R. Dirge, Lenore
Lenore è un personaggio creato da Roman Dirge che dopo aver intrapreso la carriera di illusionista è tornato alla sua insana passione: il disegno.
Insana perché Lenore è tutto fuorché un personaggio positivo, la dolce morticina come la chiama il suo creatore, non si preoccupa che di maltrattare e massacrare chiunque passi sotto il suo tiro: conigli pasquali, topini, fatine, elfi dei muffins e il povero Mr. Gosh, l’eterno innamorato di una ragazzina dal pallore spettrale e dallo spirito semplice.
Dirge ha buttato nel secchio il buonismo, ha ripreso le vecchie regole del cinismo che funzionano sempre nei fumetti e ha creato un personaggio che viene catalogato come gotico (classificazione che crediamo sia limitante).
Lenore è buffa e spontaneamente diretta nei gesti. Si rende conto che si può permettere anche un po’ di cattiveria, perché è una bimba morta.
In Italia Lenore è sulle pagine della casa editrice Elliot dal 2007, mentre nel mondo è in giro sulle pagine di edizioni indipendenti dal 1996. La rivista Xenophobe, fondata dallo stesso Dirge, è stata la sua prima casa, ha occupato sei numeri di questa e da lì è partita per il giro del mondo.
Supportato dagli scarabocchi della cuginetta di tre anni, Ivana, da qualche drink di troppo e dall’incoraggiamento di Tim Burton, Dirge ha dato vita ad un personaggio con le capacità del vecchio scoiattolo ritardato che lo accompagna, ormai, dal ’92. La sua dichiarata passione per il gotico, la tassidermia e i tatuaggi, ne conta settantacinque, forse lo ha avvicinato a un pubblico con determinate caratteristiche, ma Lenore esce fuori dagli schemi e risponde alla nostra stanca attitudine alla convenzioni a cui non crediamo più.
Un simpatico tè con gli amici e un po’ di arsenico per rendere speciale l’infuso del povero Mr. Gosh, ci fa sorridere e ripensare a quanto abbiamo desiderato eliminare alcuni fidanzati usando una dolce e innocua soluzione come questa. In fondo, Mr. Gosh, dopo un no, la potrebbe smettere, invece persiste, e allora certe risoluzioni forse le merita.
E quelle simpatiche fatine sempre pronte a dirci cosa dobbiamo fare e come dobbiamo farlo? Quante volte avremmo voluto schiacciarle con un grosso martello. Ecco, Lenore lo fa! Non è cattiva, ma solo spontanea! Si leva quei sassolini che ci tormentano tutti i giorni fino a farci sanguinare i piedini.
Avendo un cervello mangiato dai vermi per il 39,4% non può essere tanto lucida quindi si perde nei discorsi, e intasa quel poco di cervello che le è rimasto nelle minuzie, il povero Ragamuffin, il pupazzo ex vampiro, lo sa bene e rimane spiazzato dalla sua incapacità di mantenere la benché minima attenzione su quello che la circonda. In fondo certe cose che le accadono non sono neanche colpa sua. Se i bambini vivi non la insultassero o non le chiedessero di fare giochi pericolosi come il salto della cavallina non incorrerebbero in particolari e sanguinolenti incidenti.
Con questo rocambolesco modo di risolvere le situazioni di andare e venire dall’oltretomba, Lenore è carica di richiami dichiarati alla letteratura classica. Già il suo nome è un omaggio ad una ballata settecentesca composta dal poeta sassone Bürger, nel 1831 Edgar Allan Poe riprende il tema della ballata, che racconta di una giovane donna morta che ha abbandonato il suo amore. Oltre un secolo dopo la fanciulla morta è diventata un po’ pasticciona grazie alla penna di Dirge. Come per creare delle nuove illusioni, Dirge si diverte a trasformare antiche filastrocche nelle avventure della sua adorabile ragazzina morta e le sue epifanie nel regno dei morti si risolvono con clamorosi disastri affrontati dalla piccola con assoluta indifferenza e inconsapevolezza.
Dopo la pubblicazione nel 2007 di Piccola Ossa e Piccole ossa crescono, la Elliot ha pubblicato Ossa e frattaglie a colori, dove i capelli della piccola Lenore sono colorati di un biondo paglierino quasi stopposo e le rose di Mr. Gosh sono rosse come il sangue che gli cola giù dalla testa, quelle lame da venti centimetri che Lenore gli ha conficcato nella testa di pezza gli creano qualche grattacapo di troppo.
Dirge è prolifico, forse anche a causa di un matrimonio finito da poco, si attendono in Italia le nuove traduzioni, nel frattempo sul sito di questa eroina controcorrente si possono visionare i ventisei episodi del fumetto che si anima e che diventa vivo, o quasi.
Roman Dirge, Piccola Ossa, Elliot Edizioni, pag. 126, € 10
Roman Dirge, Piccole ossa crescono, Elliot Edizioni, pag. 124, € 10
Roman Dirge, Ossa e frattaglie a color, Elliot Edizioni, pag. 128, € 14
Rossana Calbi
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