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Il fumetto che ha fatto tremare Montecitorio

diegociorra
[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraUltimamente non s’è parlato d’altro. C’è stato chi l’ha osannato, chi l’ha osteggiato, chi s’è aggregato al suo gruppo Facebook, e chi ne ha sminuito l’immeritato successo. L’Espresso ha colto l’occasione per parlare delle caste da lui denunciate, e molti blogger, tra conati d’invidia e giuste intuizioni, si sono prodigati a svelarne l’identità reale.


Ma al di là di qualsiasi collegamento con una politica di matrice “sovversiva”, ciò che affascina implacabilmente il fumettaro d.o.c. è in realtà il suo nome di battaglia: Spidertruman. Come è emerso sin dalle sue prime pubblicazioni, questo emulo di Assange, oltre a snocciolare segreti di Pulcinella su quanto avviene entro le mura di Montecitorio, deve iSpiders_Web suoi natali telematici a un personaggio misterioso del mondo della fantasia. Una figura tanto oscura quanto misconosciuta, le cui origini sono persino più antiche di supereroi Golden Age del calibro di Superman e Batman, ma le cui scorribande da crociato in maschera hanno dovuto attendere almeno una sessantina d’anni prima di poter approdare sul medium fumettistico, passando prima dal romanzo alla pellicola. Un eroe nato nel 1933 e dalla moralità parecchio discutibile, al pari di molti suoi contemporanei, il cui senso macabro della giustizia ha rappresentato perfettamente il genere pulp cui apparteneva.
I romanzi di The Spider, soprattutto i primi della serie, devono molto a personaggi come The Shadow: un protagonista mascherato, senza alcun superpotere, ma con due più che fidatissime pistole semiautomatiche. Il suo costume era piuttosto semplice (un drappo nero con delle ragnatele ricamate su tutta la superficie), e sebbene sia cambiato spesso con gli anni la sua versione più famosa rimane sicuramente quella del film The Spider’s Web, la cui somiglianza con la calzamaglia di un certo aracnide Marvel è pressoché imbarazzante. Del resto fu lo stesso Stan Lee ad ammettere che da bambino venne folgorato dal personaggio, tanto da trarne futura ispirazione per l’Uomo Ragno. Un vigilante braccato dalla giustizia, a metà tra l’eroe e la minaccia, con indosso un anello a forma di ragno, di modo da poter lasciare il suo marchio su ogni avversario che riceveva un suo pugno. The Spider era il perfetto archetipo dell’epoca pre-supereroistica.

Ma fu solo negli anni 90 che questa figura ebbe il suo quarto d’ora di gloria fumettistica. Quando la Eclipse Comics, che al tempo deteneva i diritti di capolavori variegati come Miracleman, Pogo e Appleseed, decise di rispolverare il personaggio, affidò le sceneggiature a quello che era il suo autore di punta del momento, e che di lì a pochi anni sarebbe stato famoso per aver rilanciato il personaggio di Jonah Hex: Timothy Truman.
Il Ragno di Truman vive in un mondo e in un epoca un po’ diverse dalle nostre. L’anno è quello corrente (all’epoca il 1991), ma come per Watchmen quello che vediamo è un presente alternativo. Truman ha provato a immaginare come un autore degli anni ‘30 avrebbe potuto descrivere l’America del futuro. Un posto prevedibilmente trafficato da dirigibili urbani, in un mondo dove il regime di Hitler ha avuto destino diverso rispetto a quello che conosciamo. I riferimenti religiosi sono per lo più dedicati al culto indù, ma non mancano i richiami alla divinità africana Anansi, creatura dall’aspetto ragnesco nota soprattutto per la sua scaltrezza contro nemici ben più grandi di lui.
E forse è proprio questo eroismo impossibile e romantico ad aver influenzato il “precario di Montecitorio” a lottare contro un sistema sovrastante e inoppugnabile. Ma idealismi a parte, The Spider di Truman è una storia che è invecchiata Carusomalissimo, i cui colpi di scena sono praticamente telefonati, e dai disegni sin troppo anni 90. La sequenzialità non è strutturata malissimo, ma siamo comunque a un livello qualitativo che oggi verrebbe considerato di poco superiore alla fan fiction. Tant’è che lo stesso utente di Facebook non usa nemmeno un’immagine del fumetto da cui trae ispirazione, preferendo un più banale fotogramma di V per Vendetta.

La rabbia dell’italiano medio si unisce così a un supereroismo spicciolo, ma dotato di una conoscenza fumettistica che non è da pochi. E come avviene nelle pagine di The Spider, appena il protagonista viene preso di mira la sua identità segreta decade quasi subito (a discapito di anni e anni di fumetti in cui il villain di turno è sempre troppo onorevole per levare la maschera all’eroe che ha appena catturato). Spidertruman attualmente pare essere stato identificato nell’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Francesco Caruso, che subito ha smentito e preso le distanze dal crociato anti-casta. Riassumendo brutalmente la sua dichiarazione, Caruso ha praticamente ammesso: “Non sono io, ma è un mio amico”. La più classica tra le giustificazioni, in pieno stile Golden Age.

Giampiero Amodeo

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