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Maria Teresa Lonetti_ La Grande Danza

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imageview.phpAnticipato in gennaio dall’esordio Volendo Volare, prende vita in maggio La Grande Danza, fatica discografica della melissese Maria Teresa Lonetti.

Concepito e prodotto sotto l’ala dell’ “autogestita” Sciopero Records (Virginiana Miller, Yo Yo Mundi, Frangar Non Flectar), si apre all’ascolto un lavoro composito e ricco, figlio di un percorso musicale che appare da subito assai più simile a un incontro fecondo tra un gruppo di musicisti che parlano e condividono lo stesso linguaggio, che a un semplice lavoro solista.
Il menu che la Lonetti e il suo collettivo propongono rassomiglia molto da vicino a un caldo itinerario turistico mediterraneo: tra l’incedere robusto e sobbalzante delle percussioni, “Dec’Anni” e “Terra D’Acqua E Focu” celebrano le memorie di un’ infanzia rosea e al tempo stesso inquieta che il ritmo del dialetto salda alle radici calabre di appartenenza, ma è l’immaginario popolare fiabesco di “Giugno” e “7 cavalli” a dare un’impronta fatta di battito popolare non privo di colte inflessioni jazz e latine.
C’è istrionismo teatrante ne “L’Oste Di Sorte”, vaghe tracce swing in “Ballata”, osservazione sociale partecipante in “Evviva Evviva La Società” e odori di oliva e ginepro nel seducente duetto con Paolo Enrico Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi, dal repertorio dei quali scaturisce una versione placida e solare de “La Danza Dei Pesci Spada”.
Ben lontana da ammiccamenti gratuiti all’orecchiabilità più fine a sé stessa, la dimensione di coralità in cui la cantautrice si muove conferisce invece centralità agli arrangiamenti, ora tenui come acquerelli ora chiassosi come feste del santo patrono, e  – non ultima – una vocalità salata e peculiare che sa di grano e mare, che si pone con saggezza al servizio del tessuto musicale (ad esempio nei due splendidi strumentali “L’Eco Del Mediterraneo”, tra i punti più alti dell’intero ascolto), ma che, non senza orgoglio, mette in mostra una evidente marcia in più quando ci si approssima alle atmosfere e ai colori del dialetto.

Questo di Maria Teresa Lonetti è un album policromo fino a risultare addirittura frastagliato: a fronte della molteplicità di spunti, odori e anime da rappresentare c’è un ascolto non sempre immediato, che lascia la sensazione di uno sforzo di cucitura non sempre adeguato tra le parti di questo arazzo, che necessiterà di un po’ di pazienza per coinvolgere quanto le intenzioni proclamano.
Calore, leggerezza, varietà folk e ascolto lento, insomma: ecco cosa potete trovare nei passi de La Grande Danza. Sempre che non abbiate troppa fretta…

TRACKLIST:
Circuito assente
Evviva evviva la società
Giugno
Dec’anni
La danza dei pesci spada
L’eco del mediterraneo (parte I)
Nanna mia
7 cavalli
Ballata
Pepper ballad
Terra d’acqua e focu
L’eco del mediterraneo (parte II)
L’oste di sorte

Hanno suonato:
Maria Teresa Lonetti: voce e chitarra
Tomas Carretta: Chitarra
Antonio Bodini: Batteria
Emanuele Mazzaschi: Fisarmonica e tastiere
Fiorenzo Fuscaldi: Percussioni
Massimo Spadotto: Basso
Paolo Enrico Archetti Maestri: voce in “La Danza Dei Pesci Spada”
Alex Leonte: violino in “Nanna mia” e “7 Cavalli”
Emiliano Vernizzi: sax e flauto in “Ballata”
Fabio Martino: harmonium in “Dec’Anni”

Francesco Chini

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