Premio Bindi: tre artisti un’anima sola
SANTA MARGHERITA LIGURE- C’era una volta la canzone d’autore. La fortuna mescolata ad una costante ricerca della musica, a volte ritorna indietro come un boomerang e colpisce là dove il diapason risuona con abile perfezione.
E fu così che al Premio Bindi, il 9 ed il 10 luglio in quel di Santa Margherita Ligure generosa cornice della città levantina, il trio che ha raggiunto le vette corrisponde ai nomi professati di Zibba, Luigi Mariano e Paolo Pallante.
In ordine sparso, perché non ci piace fare favoritismi, raccontiamo di Luigi Mariano che con la canzone “Edoardo” porta a casa il premio per il miglior testo. Parole che regalano emozioni per raccontare un rapporto difficile come quello tra un padre e un figlio. Perché Mariano al pianoforte fa stringere il cuore e scopre per un attimo quei mutamenti interiori che sono la forza della sua poesia.
E nell’intrecciare l’arte di chi ama le mescolanze austere, sardoniche, di riflussi chitarristici, il frangente è il medesimo, l’interpretazione quella di una canzone di Umberto Bindi, ritenuta dalla giuria la migliore: l’artista Paolo Pallante, uomo dello swing, del jazz ma anche del teatro canzone. Il brano è “Io e il mare”, canzone scritta a quattro mani da Umberto Bindi e da Bruno Lauzi.
L’edizione di quest’anno messa in piedi dall’Associazione Culturale Le Muse Novae di Chiavari se l’è conquistata Zibba, artista che raccoglie il plauso della critica e della giuria. Perché “Anche di lunedì” si può fare musica per passione, ma soprattutto per mestiere. La stessa passione guida Zibba che amalgama con esperienza e vissuto alcuni momenti salienti delle esibizioni dal vivo.
Il prodotto è una canzone d’autore con tanta polpa dentro utile per conquistare anche l’affetto e l’amicizia degli artisti in gara. Tutti assieme accomunati dalla antica arte della musica. Quella che promana da dentro ed esplode con garbo e maniera da tutti i pori. C’è il sale, quello del mare, in ciò che alcuni artisti seminano. Ingrediente utile al bisogno per dire la propria e destare i pigri, i sospettosi e i maldicenti. Poi si aprono spiragli di umana saggezza, c’è la musica d’autore che oggi prende pieghe nuove. A volte resta e fermenta sulla base di voci note, a volte riprende un viaggio iniziato tanto tempo fa in America, accostando il ritmo sincopato del jazz, fino alle profondità del folk d’oltre manica.
Questo è il nuovo filone che sottende ad una rinnovata freschezza sonora. E se non bastasse un Premio che sta entrando nella casta dei più ambiti e competitivi, allora noi che amiamo assopirci tra le note, riportiamo allo scoperto la verità della musica che lascia il segno. Quella buona sensazione di stupore che all’ascolto fa sorridere e che racconta giorno per giorno chi siamo.
Federico Ugolini
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