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Intramontabili Subsonica!

Roberto Panucci

Roberto Panucci

BARI- Erano passati quattro anni dal loro ultimo album, L’Eclissi, e quattro lunghi anni di assenza dai palchi del capoluogo pugliese. I Subsonica sono tornati a Bari, all’interno del mini tour che anticipa quello estivo, per un attesissimo concerto che ha richiamato al Palaflorio, lo scorso 9 Aprile, almeno 5000 giovani e meno giovani dall’intera regione.


Eh sì perché i Subsonica, come specifica lo stesso Samuel, voce e leader del gruppo, sono attivi e noti da ormai 15 anni, e nonostante l’età e la crisi discografica, economica e culturale che ha invaso la nostra nazione in questi anni, sono riusciti ancora a sfornare un nuovo bellissimo album. Maturo, giustamente critico, musicalmente impeccabile, con testi e sound inconfondibili, unici, inimitabili nel panorama del rock italiano, Eden, uscito a Marzo, è naturalmente la “scusa” più giusta per ricominciare a suonare dal vivo in quello che hanno chiamato l’Istrice tour, dal primo singolo estratto.
E sul palco infatti campeggiano un istrice, un albero e un serpente in fil di ferro, simboli del loro personalissimo Eden, un Paradiso in cui riescono, come gruppo musicale, a non farsi travolgere dalle major, a non seguire le dure leggi del mercato discografico, che li vorrebbe più commercialmente identificabili, inquadrati e visibili. Nel loro Eden possono permettersi di fare un album solo quando tutte le canzoni superano la prova qualità, e inserire tracce che prendano in subsonica_23giro loro stessi (in “Benzina Ogoshi” si dicono da soli di non essere stati in grado di bissare un “Microchip emozionale” il loro album di maggior successo) e canzoni che parlino anche dell’Italia in modo critico e personale.

Sembra quasi una presa di posizione forte, infatti, iniziare il concerto con il pezzo più socialmente impegnato dell’album. I cinque “ragazzi” di Torino, Samuel alla voce, Max alle chitarre, Boosta alle tastiere molleggianti e ai campionamenti, Ninja alla batteria e Vicio al basso, in camicia bianca e cravatta nera, hanno invaso il palco, nel delirio del palazzetto barese, con Il brano “Prodotto Interno Lurido”.
Su un palco in cui la psichedelia e gli effetti di luce sono degni dei più grandi concerti rock americani, Samuel e compagni, come da tradizione, hanno incominciato a far ballare il loro pubblico per un concerto di 2 ore dense e sudate.
Non si sono risparmiati e hanno travolto con energia e capacità ipnotica, attraverso i loro 15 anni di carriera. Passando dai brani meno suonati del loro primo album, come “Non Identificato” e “Nicotina Groove”, ai classici di Microchip Emozionale, “Aurora Sogna”, “Tutti i miei sbagli”, “Liberi Tutti”, “Colpo di Pistola”, “Disco Labirinto”, “Il cielo su Torino” e “Depre”, le immancabili “Nuvole Rapide” di Amorematico insieme ad “Alba Scura” ed “Eva-Eva” e poi ancora “ Veleno”, “Odore”, “L’Errore” fino ai nuovi brani “Sul Sole”, la bellissima e riuscitissima “Diluvio”, “Eden”, “Serpente”, “Benzina Ogoshi”, “ La funzione”, brano che nell’album vede la presenza dei loro amici torinesi Righeira e naturalmente il singolo “Istrice”, ancora una volta riuscitissimo e perfetto.
In queste due ore hanno cambiato le loro camice e le loro cravatte, ma non hanno mai abbassato il livello di energia. E nell’aria danzereccia ed elettro-rock di questo concerto, sono riusciti anche a lanciare un messaggio sociale importante, come quello di votare SI ai referendum per abrogare la legge sul nucleare in Italia.
Grande generosità e spirito di rivalsa, dopo tanti anni di assenza, sono tornati più carichi che mai, con la voglia di gridare al mondo che non hanno bisogno di bissare un Microchip Emozionale, perché ogni loro album e tour è sempre un grande successo!

Valeria Loprieno
Foto di Roberto Panucci

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