EDITORIALE- Tenco o Sanremo?
Il miglior Sanremo degli ultimi 10 anni. E forse di più. E parliamo della parte artistica e musicale naturalmente. Non certo dello spettacolo televisivo, anche se l’intervento di Roberto Benigni è stato come una perla incastonata in un anello ben strutturato.
La parte musicale, dicevamo. Ebbene, come molti (tra cui Audiocoop in particolare) avevano auspicato, si è parlato poco e niente di gossip, ma molto di musica. E gli ascolti, come pure lo spettacolo generale ne ha di certo guadagnato. Tanti quest’anno sono stati gli artisti di valore conosciuti ed incontrati sulla stretta via che vede a destra la qualità e a sinistra la voglia di indipendenza artistica.
A tratti, questo festival di Sanremo è sembrato più un Premio Tenco che la classica kermesse sonora che domani si dimentica. E non poteva che affermarsi in lungo e largo uno stakanovista del Tenco come Roberto Vecchioni (più di 30 partecipazioni) con un pezzo intenso, affascinante. Uno di quei pezzi che rassicurano gli ascoltatori con una melodia aperta e generosa, con un arrangiamento accogliente e vivo, ma che ad una lettura più attenta, portano nel vivo di un acuto obiettivo sul nostro tempo. Non poteva che riuscirci uno dei più generosi poeti del nostro tempo. Premio della critica e premio del pubblico a suggellare, così un pezzo e un autore imponente.
Il premio della critica ad honorem va certamente però ai La Crus. Un pezzo quello di Giovanardi senza tempo, che nasce dalle arie metafisiche degli anni ’60 e arriva catapultandosi sul palco dell’Ariston con impudente modernità per un risultato che è sotto gli occhi di tutti. Il pezzo che sarà più apprezzato e programmato.
Già ci sarebbe bastato. E invece questo Sanremo ci ha regalato di più. L’altro maestro dei nostri tempi Franco Battiato con un pezzo a sua misura (peccato che entrasse davvero troppo tardi!), Van de Sfroos con una sua ballatona folk, la nostra cara e amata Nathalie (vincitrice del MArteLive 2006) con un pezzo interessante, ma non al top della sua produzione. Anche i Modà ed Emma hanno ben interpretato quello che è la kermesse sanremese e se non fosse stato per Vecchioni si sarebbero aggiudicati la vittoria, visto che gli elementi c’erano tutti: voce, presenza, arrangiamento e gran bel pezzo.
L’ultimo dato interessante di questa edizione è la ricerca generalizzata di innovazione. Non più e non solo melense canzoni sanremesi che vivono lo spazio di una settimana, ma una ricerca di qualcosa in più, anche da chi non te l’aspetti. E se serviva un artista come Morandi per alzare la qualità e l’interesse allora viva gli artisti! Tutto sommato va bene così.
Danilo Grossi
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