Jesus Christ Superstar: Made in Italy
[TEATRO]
ROMA- Jesus Christ Superstar è il classico musical che piace anche a chi solitamente detesta la commedia musicale , sarà per la trama lineare che a tutti noi è stata inculcata sin da bambini, sarà per l’approccio prevalentemente rock ad una storia che ha poco a che fare con questo genere, sarà perchè Gesù è rappresentato in un modo molto più umano rispetto a quello che siamo abituati a sentire, con tutte le sue debolezze, istinti, fragilità come quando canta Gethsemane (I only Want to Say) chiedendo a Dio perchè deve sacrificarsi.
Questa volta, a distanza di quarant’anni dalla primissima rappresentazione a Broadway, il musical va in scena al Teatro Sistina di Roma in una versione rivista dal regista Massimo Romeo Piparo, che sceglie di mantenere le canzoni in inglese e di tagliare qua e là per rendere lo spettacolo più conciso e veloce.
Agli occhi di un cultore dell’originale può sembrare molto riduttivo il taglio netto dato a certe scene madre e certamente la caratterizzazione dei personaggi ne risente non poco, sembra che ognuno di loro resti sulla superficie del suo ruolo, senza davvero affondare né far affondare lo spettatore nel dramma che pervade l’opera, sottolineato dagli arrangiamenti rock che, letteralmente, salvano lo spettacolo.
Eppure nonostante la scenografia spartana, che fa intuire forse un limitatissimo budget, la pessima pronuncia inglese di tutti gli interpreti, la brevità, il musical incredibilmente funziona.
Matteo Beccucci, uscito da X- Factor per approdare direttamente al ruolo di Giuda, è la colonna portante di tutto lo spettacolo, oltre ad avere una voce potente, limpida e calda, è molto più che bravo e basta. Matteo riesce a dare uno spessore emotivo a ogni singola parola che interpreta rivelando, oltre alle indiscusse doti canore, una propensione alla recitazione insospettabile. Tenergli testa per gli altri attori non è facile, Gesù, interpretato da Paride Acacia, sparisce un po’ dietro a Giuda, che però ha un ruolo fondamentale anche nella versione originale, perciò non è detto che non sia stata una scelta registica.
Maria Maddalena, alias Simona Bencini, ha “le physique du role” e una bella voce perciò assolve il suo compito e se ne rimane nella sua parte senza fare troppo né troppo poco.
Ospiti di eccezione Erode, interpretato da Max Gazzè coperto di lustrini e pantaloni sgargianti, ha un suo siparietto extra, inventato di sana pianta per dare spazio alla sua personalità ironica, mentre Mario Venuti, che interpreta Pilato, dà una buona prova di recitazione senza perdere le sue caratteristiche di cantautore che ce l’hanno fatto conoscere in questi anni, mettendo in mostra un fisico palestrato insospettabile.
La scelta delle canzoni in lingua originale è senza dubbio audace, anche se intelligentemente supportata da indicazioni in italiano che fungono più o meno da sottotitoli, sicuramente avvantaggiata dal fatto che tutti conoscono la storia di Gesù. I ballerini e i coristi che interpretano i discepoli e il popolo sono giovani e appassionati, la loro grinta traspare dietro ogni gesto e si respira l’aria di quando qualcuno realizza il proprio sogno, il che aggiunge allo spettacolo un pizzico di emozione in più, che non guasta e che fa passare sopra a qualunque pecca.
Il pubblico, sorprendentemente omogeneo tra giovani e meno giovani, sembra aver accolto molto bene lo spettacolo, forse lentamente anche in Italia si arriverà ad avere una piccola Broadway e il teatro fatto dai giovani per i giovani può rivelarsi un ottimo punto di partenza.
Mikaela Dema
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