Viaggiare di gusto
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Se siete a dieta e non avete troppo autocontrollo, forse questo articolo non fa per voi. Perché la narrazione ci porta dritti al Salone del Gusto di Torino (www.salonedelgusto.it) che ha animato la città piemontese dal 21 al 25 ottobre.
Il Lingotto, che un tempo sfornava auto, in questi giorni somiglia più ad una grande cucina: odori, sapori, ma anche musiche e colori da tutto il mondo si sono dati appuntamento qui per parlare di cibo e gastronomia, ma anche di politiche alimentari e sviluppo sostenibile. Certo, una volta dentro, tra i banchi colmi di ogni bendiddio, appaiono molto chiari i meccanismi che scatenano la frenesia alimentare ritenuta un comportamento tipico degli squali (ingiustamente, dico io, dopo aver partecipato a diversi vernissage e conferenze stampa con cocktail rinforzato).
Ad accogliere lo stuolo interminabile di persone che affollano i padiglioni del Lingotto ci sono orti rigogliosi di verdure di stagione, nostrane, coltivate senza additivi chimici e pesticidi. Gli stand sono tappezzati di scritte che invitano a consumare in maniera più responsabile, perché se siamo quello che mangiamo… beh, tra conservanti, edulcoranti, eccipienti, ormoni e via dicendo, sorvolando su contraffazioni varie tipo mozzarelle blu, pecorino cinese e parmesan, potremmo scoprire di non essere quello che crediamo, non importa quanta “plin-plin” facciamo.
In concomitanza con il Salone del Gusto, si è tenuta anche la quarta edizione dell’incontro mondiale della rete di Terra Madre (www.terramadre.info). Quest’anno si è discusso di temi forti, come la centralità delle diversità culturali e linguistiche, la salvaguardia delle etnie, delle lingue autoctone, la valorizzazione dei valori dell’oralità e della memoria. Tra i convenuti ci sono rappresentanti delle più significative comunità indigene del mondo (americane, asiatiche, africane ed europee). Otto i temi cruciali per il futuro dell’agricoltura e del pianeta: si va dalla biodiversità alle energie rinnovabili all’educazione, alle conoscenze tradizionali. Perché si sa: davanti a un bel piatto fumante si parla meglio. Il cibo non è solo sostentamento, ma è anche e molto cultura e socialità. Mettersi a tavola, dividere il cibo insieme significa condividere, capire e capirsi meglio. “Dobbiamo perseguire il diritto al buono e al bello” è stato lo slogan di Carlo Petrini (fondatore di Slow Food), per preservare, incoraggiare e promuovere metodi di produzione alimentare sostenibili, in armonia con la natura, il paesaggio, la tradizione. Al centro dell’impegno di tutti noi dovrebbe esserci un’attenzione particolare per i territori, per le varietà vegetali e le specie animali che hanno permesso nei secoli di preservare la fertilità delle terre. Se solo cominciassimo a guardare con maggior attenzione a quello che mettiamo in tavola o mettiamo nei nostri piatti, saremmo comunque già a metà dell’opera.
INFO
Per maggiori informazioni sui presidi alimentari e sulla filosofia SLOW FOOD, visitate il sito www.slowfood.it.
Uno strumento utile da tenere in cucina è la ruota delle verdure di stagione, che si può trovare da EATALY (www.eataly.it), marchio che riunisce un gruppo di piccole aziende che operano nei diversi comparti del settore enogastronomico, proponendo il meglio delle produzioni artigianali non solo piemontesi, ma di tutta Italia. Oggi Eataly oltre che a Torino (www.torino.eataly.it) è anche a Milano (www.milano.eataly.it), Bologna (www.bologna.eataly.it) , Pinerolo (www.pinerolo.eataly.it) e Asti (www.tuit.it).
Se invece volete mantenervi aggiornati sulle tematiche trattate da Terra Madre e sulle iniziative in campo alimentare sostenute dalla fondazione c’è il Blog http://blog.terramadre.org.
Amanda Ronzoni
Le fotografie sono di Amanda Ronzoni © 2010 – riproduzione vietata
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