100 artisti per Kimbau
[TEATRALMENTE]
E’ con piacere che nel raccontarvi dell’evento svoltosi lo scorso sabato 25 settembre al Teatro Vittoria di Roma abbiamo l’occasione di parlarvi della storia di una persona che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
Si tratta della vicenda della dottoressa Chiara Castellani, l’unico medico curante e chirurgo di 150.000 abitanti in un territorio di 5.000 chilometri quadrati a Kimbau, un paese nella regione del Bandundu, nello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. L’avventura africana di questa missionaria laica di 54 anni è cominciata nel 1990, quando l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follerau) le ha affidato la direzione di un piccolo ospedale abbandonato dai belgi a Kimbau che rappresenta, per il notevole bacino di utenza che serve, con non più di 200 letti disponibili, l’unica ancora di salvezza, oltre all’ospedale più vicino che dista 180 chilometri e più.
La dottoressa vive tutt’oggi in condizioni precarie e di totale indigenza con e come i poveri di Kimbau, con dedizione completa alla loro causa, aiutata da pochi collaboratori e a distanza da molti amici e sostenitori che (come abbiamo anticipato in apertura) per promuovere la sua causa hanno organizzato un’iniziativa a Roma al Teatro Vittoria (Testaccio) dal titolo 100 artisti per Kimbau. La serata è stata resa possibile dal contributo di Laziodisu (l’ente per il diritto agli studi universitari nel Lazio) e organizzata da chi lavora ed è in contatto con Chiara Castellani e dalla dottoressa stessa con lo scopo di diffondere, sensibilizzare e coinvolgere per quanto possibile i cittadini alla realtà di Kimbau, per cercare di creare una rete di solidarietà riguardo al problema.
A partire dalle ore 18 il foyer del teatro ha ospitato la mostra (grafica e pittorica) Un manifesto per Kimbau, arricchita da materiale fotografico riguardante il progetto che prevede l’impegno nella riparazione di una centrale idroelettrica indispensabile per portare acqua e luce all’ospedale di Kimbau e agli abitanti di questo villaggio del Congo.
Il programma che promuove questo intervento è stato poi esposto dalla viva voce di Paolo Moro, alla presenza di Mario Caniatti, uno dei tecnici volontari impegnati nella missione di riparazione della centrale, che hanno poi lasciato spazio a tutti gli artisti che hanno aderito al progetto, tra cui gli allievi dell’Accademia di Belle Arti, dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia.
E’ così che la serata dalle 21 circa in poi si è sviluppata attraverso una serie di interventi e di intermezzi teatrali e musicali che hanno accompagnato la proiezione di video inediti che raccontano come si svolge la vita quotidiana a Kimbau, le iniziative e il trasporto dei materiali per la scuola infermieri di cui è a capo la dottoressa Castellani. Nella speranza che da una sola serata siano nati i presupposti per un cammino duraturo di solidarietà e riuscita, è stato interessante aver potuto essere lì e partecipare.
Alice Salvagni