La Bambina nel Castello dentro il Museo
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Diverse volte in questa rubrica ho raccontato mostre ed eventi legati alla nuova arte, il Pop Surrealismo, che sta diventando una vera passione, non solo per chi vi scrive.
E la malattia si è diffusa. Quest’estate riviste specializzate (Artedossier e Arte), di tendenza (XL) e anche emergenti (Pool) hanno occupato le loro pagine con speciali dedicate alle bambole che si vestono di carne o che hanno un vuoto nel petto a forma di cuore.
Un’arte che nasce da quel mondo immaginifico che ha accompagnato la nostra adolescenza e che da adulti ancora ci frulla in testa. Con questo shake di immagini provenienti dai manga e dalle vecchie illustrazioni delle figurine della Mira Lanza, ci immergiamo in un film di Tim Burton o un libro come
Quest’ultimo, edito da ARKA, è una favola breve, anzi brevissima, carica di malinconia. Il racconto di Kate Bernheimer è semplice, facile da ricordare. Non ha un vero e proprio corpus narrandi, ma è una storia a tutti gli effetti. È una favola speciale, che richiede la partecipazione del lettore. Anche per questo motivo, le poche parole sono quasi la decorazione delle splendide immagini di Nicoletta Ceccoli. La giovane artista italiana che è diventata la perla di questa nuova arte, ormai consolidata a Los Angeles. Dopo aver esposto anche lì e in previsione di una personale a settembre presso
I contorni delle immagini di questo libro hanno richiami al classico, il suo mondo che vi è raccontato è sfumato come in un sogno, forse è un ricordo intriso della poetica di Leonardo, e come il grande genio toscano,
La delicatezza della Ceccoli ben si accorda con la semplicità della favola di Kate Berheimer che prevede un finale veramente a sorpresa, in cui la protagonista d’improvviso cambia. La prospettiva del racconto muta e così anche l’illustrazione che si apre ad una interazione con il lettore. In una costruzione così ben delineata sembrerebbe quasi impossibile, invece in una favola tutto può accadere.
Kate Bernheimer, Nicoletta Coccoli,
Rossana Calbi
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