Cosa e perche’…II parte
[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]
Ricordate dove ci eravamo salutati nell’ultimo numero del MArteMagazine?
Avevamo applicato uno dei cardini del giornalismo americano, la regola delle 5 W, ad uscite ed eventi a carattere fumettistico che potrebbero allietare le vostre vacanze.
Siccome però il vostro redattore di fiducia oltre ad essere un cronista dedito alla ricerca delle notizie più succose, possiede uno spiccato senso per i finali ad effetto, la rubrica si è interrotta sul più bello, costringendovi a seguire anche quest’appuntamento per scoprire le ultime due W.
WHAT: Cosa se non la Storia, quella che si studia sui libri scolastici, a cui attingono scrittori e registi quando vogliono andare a colpo sicuro. L’uomo si nutre di racconti e quelli ispirati alle civiltà più antiche e alle grandi battaglie del passato sembrano non esaurire mai la propria forza narrativa! Vi offro due occasioni per cingere la testa di elmi lucenti e brandire spade affilate: Metauro di Michele Petrucci e l’Età del bronzo di Eric Shanower.
La prima è un’opera completa, pubblicata da Tunuè nel 2008, e di cui potete visionare le prime pagine sulla piattaforma ISSUU ( vi accedete da questa pagina http://www.tunue.com/page.php?idArt=7831 ): è ispirata alla battaglia che nel 207 a.C. vide opposti lungo le sponde del fiume Metauro, nelle Marche, l’esercito romano e quello cartaginese. Uno scontro decisivo per le sorti della seconda guerra punica, sebbene meno famoso rispetto alle battaglie di Canne e Zama. Petrucci riesce invece a restituire all’evento la grandezza che probabilmente lo caratterizzò, attraverso l’incontro tra Michele e un misterioso personaggio custode di segreti che risalgono a 2000 anni prima. I suoi racconti accenderanno l’interesse in Michele, che scoprirà come la natura stessa che lo circonda è in cerca di qualcuno a cui raccontare la grande battaglia di cui fu protagonista. Sogno e realtà si confondono, o forse si influenzano, e gli elefanti di Asdrubale tornano a calpestare il suolo della città di Fano e del suo fiume.
L’Età del bronzo torna invece sulla guerra più “chiacchierata” e nota di tutti i tempi, quella di Troia! E lo fa con un piglio a metà strada tra storico e cronaca rosa, che avrebbe soddisfatto lo stesso Omero e che, inaspettatamente, rende la materia nuova ed originale. Shanower gestisce con maestria tutti i dati a sua disposizione, con attenzione per i dettagli, gusto per la drammaticità teatrale e il ricorso ad uno stile accurato e realistico, che però non si sottrae dal rappresentare anche scene da togliere il fiato, come si conviene per la battaglia delle battaglie. La scelta di concentrarsi sui personaggi umani trascurando le creature divine, rende le trame ancora più avvincenti. Se avete detestato Troy per la sua faciloneria, amerete questo fumetto!
Due fumetti totalmente diversi ma ugualmente appassionanti, il cui unico difetto comune è nella durata: troppo breve quello di Petrucci, ancora non concluso quello di Shanower.
WHY: L’ultima carta la spendo per spiegarvi perchè dovreste cercare e leggere la più recente uscita della torinese BD, Stray Toasters. Partiamo subito dicendo che è un fumetto strano, una lettura complessa sia per i tempi della narrazione che per la struttura grafica con cui è realizzata. A molti potrebbe non piacere, e gli stessi disegni potrebbero risultare ostici e poco vicini all’immagine che si possiede di come dovrebbero essere le illustrazioni di un fumetto.
Ma è un racconto di Bill Sienkiewicz, un artista unico nel panorama mondiale, un estro multiforme che non si limita mai ad utilizzare una sola idea e tantomeno una sola tecnica di disegno per le sue tavole. Surreale, pop, psichedelico, scarnificato, le sue pagine si compongono di contorti collage di oggetti e sostanze concrete e cromatismi che rimandano a deliri onirici. Stray Toaster, storia di un poliziotto ossessionato da un killer folle e viceversa, è il caos che partorisce la stella danzante di cui parlava Nietzsche. L’edizione definitiva che ci offre la BD, dopo sciagurati tentativi di adattamento risalenti a parecchi anni fa, è un’occasione imperdibile per confrontarsi con il lavoro di Sienkiewicz, difficile da pronunciare, difficilissimo da comprendere. Se avrete la volontà di leggerlo fino alla fine, magari più volte, all’improvviso vi si rivelerà la logica del tutto, come sputata fuori da un tostapane impazzito. Altrimenti vi basterà aprire una pagina a caso e perdervi negli oscuri, brillanti, incubi che il perfido Bill ha tessuto per i suoi lettori.
Diego Ciorra
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