Saluti & baci dalla CAPITALE DELLE MERAVIGLIE
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Il “popolo delle meraviglie” si è trovato il 23 giugno 2010 al Circolo degli Artisti. Tutti impegnati nel seguire il Coniglio Bianco e un’Alice dai capelli rossi. L’abbiamo vista nei quartieri di San Lorenzo e Pigneto, correva, correva sempre. C’erano tutti i personaggi della famosa favola di Lewis Carroll e Roma diventava un nuovo luogo vittoriano pieno di contraddizioni.
Così l’hanno vista HOGRE, famoso street artist romano, e Psycholab collettivo fotografico. I disegni e le immagini hanno rivestito la città e il web (www.nellacapitaledellemeraviglie.com) in non percorso parallelo che utilizza i personaggi del libro di Carroll e li riusa per raccontare una nuova storia, tristemente contemporanea.
Il 23 giugno, il progetto è stato presentato nella sua interezza, dopo aver camminato per le vie di San Lorenzo e fermatosi nell’isola pedonale del Pigneto, ha trovato la giusta collocazione al Circolo degli Artisti. Un percorso standard nelle serate romane. Ad accompagnarci in questo viaggio c’era il Gignagatto (meglio conosciuto come Stregato), l’originario gattone del Cheshire che si butta su una poltrona e si tuffa nell’unica realtà che vive, quella della televisione. Oppure, coccola il Colosseo in una notte di luna piena, con quel suo sorrisone da gatto mammone, da lui non avremo nessuna risposta, perché, anche se le conosce, le tiene tutte per sé inchiodato a quella sua poltrona soffice e sicura. Al Circolo degli Artisti, anche noi possiamo sprofondare come lui nella pigrizia della mente, il divano invaso di pop corn aspetta che la nostra pigrizia diventi il blocco delle riflessioni. Ma davanti non abbiamo la televisione, ma uno schermo che proietta il film Metropolis di Fritz Lang, l’opera visionaria che recupera la metafisica di Hasher.
Alice si aggira per i giardini del Circolo e non si ferma neanche a prendere il tè, il tavolo è apparecchiato ed è di certo l’ora del tè, come ci insegna il Cappellaio Matto, fermo in quello spazio temporale e costretto a ripetere il gesto in un loop. Ma il Cappellaio? Dov’è il Cappellaio Matto? Nella Capitale delle Meraviglie, è una strana figura a metà tra lo scienziato e l’artista, in un camice bianco che potrebbe coprire gli abiti dai colori o da un esperimento poco ortodosso. In fondo, se è veramente matto, la sua genialità si esprime in ogni dove. Sui muri di Roma è quasi un guerrigliero in una trincea cittadina, o un ragazzo che chiude la sua testa in un casco protettivo per non pensare, con il basco rosso è lo stereotipo dell’artista. Un trasformista della realtà, camaleontico e adattabile. Non come la povera Alice, schiacciata dalla realtà, presa in giro da un Brucaliffo che continua a chiederle: Who are you? Senza cercare una risposta degna per se stesso.
Ipocrita e indagatore, mette in difficoltà la piccola Alice, ma per se stesso non sa che cercare nell’illusione, incapace di trovare il limite di questa sembra più fasullo di quello che lo circonda.
La galleria fotografica nel giardino illustra tutti i personaggi, le foto sono irreali e cariche di colori forti e fasulli, ma siamo avvisati. Il video Oltre il limite apre la galleria e ci spiega.
Come Alice guardiamo dal buco della serratura e prendiamo la chiave di questo strano posto, sappiamo che “ le interpretazioni della realtà si moltiplicano” e che la “realtà è un placebo”, così dice la voce nel video, mentre la città scorre il suo quotidiano.
Ha vinto lei, questa partita l’ha vita lei, la Regina, che ha perso tutti i suoi cuori e qui è più isterica che mai nella sua cassa di proiezione dell’irrealtà.
Ci sono tutti e tutti in una veste che ci pare di conoscere, tutti con delle maschere che ci sembra fin troppo facile svelare. Il Bianconiglio di corsa e affaccendato, non ci conduce per questo mondo strano, è una vittima come noi del tempo che non ci appartiene, e se assaggiassimo qualche altra specialità del Brucaliffo? Perderemmo di nuovo coscienza, ma “i mezzi giustificano il fine” e noi saremmo di nuovo in pace con noi stessi e con quella realtà che è un placebo.
Progetto artistico complesso quello di HOGRE e di Psycolab che si è articolato con diverse sfaccettature. Ha aperto il suo percorso con solo un piccolo assaggio al Collettivo San Lorenzo, organizzato da Elsewhere Factory, e poi si è diffuso a macchia d’olio per la Capitale. Un racconto che ha usato le foto, gli stencil, i manifesti, le cartoline, gli stickers, gli avvisi di ricerca del gatto del Cheshire, e che si è aperto alle collaborazioni con Thomas Kunstler, che nel video in stop motion, Follow the white rabbit, racconta un Bianconiglio che la realtà se la reinventata. E se fosse “il momento giusto per gettare la maschera” allora questo pavido coniglietto, che segue il turbinio della città, saprà anche ribellarsi ad essa svelando che “la verità è quello che crediamo essere vero”!
Rossana Calbi
arti visive, circolo degli artisti, Hogre, La Capitale delle Meraviglie, martelive, martemagazine, Psycholab