MUSICA V_ Il folklore Made in italy
Il pubblico romano conosce e partecipa al MArteLive da circa dieci anni e nell’immaginario capitolino il festival è diventato una delle massime espressioni di arte e di creatività di tutta la provincia.
Ma non tutti sanno che il MArteLive, da tre anni, ha superato i confini laziali ed è approdato in 17 regioni. Dietro di esso esiste un fermento nazionale che di mese in mese cresce in maniera esponenziale e non ha nessuna intenzione di arrestarsi.
Martedì scorso sono salite sul palco della sala musica emergente, alcune band vincitrici delle selezioni regionali (Sardegna, Umbria, Marche e Abruzzo) per dare vita ad una delle finali macro regionali. L’Alpheus si è arricchito di folklore e il tutto, come da tradizione, è stato una grande espressione di arte a 360° nonostante alcuni incidenti di percorso: la band giunta dalla Sardegna che è stata derubata dei propri strumenti vicino la metro San Paolo, oppure un blackout improvviso che, per qualche minuto, ha lasciato tutto il locale al buio. Ma è in queste occasioni che si manifesta la bellezza del MArteLive: nella solidarietà tra band rivali che danno in prestito i loro strumenti e nella rilassatezza di un pubblico che gioca a mosca cieca.
Il compito di aprire la serata è toccato alla cantautrice Silvia Caracristi che è riuscita ad immergerci in un mondo di soavi melodie. Tra le braccia una chitarra che accompagna una voce sottile e a tratti intimidita. Molta l’attenzione rivolta ai testi e all’emotività.
Gli Olsen Bjorne sono il gruppo selezionato in Sardegna. Gli approcci ai brani risultano molto potenti e la scelta di dedicare maggior spazio alla parte melodica e ritmica si rivela una decisione vincente. Energici e coinvolgenti convincono nonostante l’incidente del furto degli strumenti. Rispetto e ammirazione per la magliettina dei “Ghostbusters” del chitarrista.
Successivamente salgono sul palco gli umbri Telemark. La loro esibizione è poco incisiva e i richiami a band italiane come i Negrita sono evidenti fin dalle prime note. Un brano “politico”, un altro dedicato all’oggetto “sveglia” e tanto coraggio e voglia di mettersi alla prova. Basi drum’n’bass che smontano la struttura classica del pop rock italiano. Posseggono tutte le carte in regola per poter migliorare e raggiungere l’originalità.
Il motto dei Teorema è chiaro: “lascia stare non esiste l’x-factor”. Ma non sono propriamente d’accordo. Esistono artisti che nascono con una particolare predisposizione, poi la gavetta e lo studio plasmano questa attitudine che, nei casi più fortunati, diventa il cosiddetto Fattore X: il talento, la capacità di colpire e lasciarti senza fiato. I Teorema ci allietano con un pop rock senza pretese, riescono mediamente a tenere il palco e la loro esperienza decennale si manifesta nell’approccio verso il pubblico. Un rock italiano vecchio stile.
Concludono la lunga serata i Trioraro. Brani orecchiabili, leggeri e piacevoli. Un bassista di origine russa con tanto di bombetta sulla testa. Tanta è la foga e la carica del frontman che, senza sosta, saltella e danza, sono loro i primi a divertirsi. Il passo successivo sarebbe stato scendere dal palco e gettarsi in sala, ma ciò non è accaduto…peccato!
Prossimo appuntamento martedì 1 giugno. Sul palco dei big: This Harmony, Roberto Dell’Era (Afterhours), Piers Faccini e Calibro 35. Una serata da non perdere!
Paola D’Angelo
25 maggio, martelive 2010, martemagazine, musica, Olsen Bjorne, Paola DAngelo, Silvia Caracristi, Telemark, Teorema, Trioraro