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La musica è femmina: Valentina Lupi e Beatrice Antolini

Valentina_Lupi
[MUSICA]

Valentina_LupiROMA- Al Circolo degli Artisti, lo scorso 20 febbraio, la musica era femmina. Su uno dei più prestigiosi palchi dell’underground – e non solo –, si sono esibite due delle giovani signore del rock italiano, Valentina Lupi e Beatrice Antolini. Così diverse eppure complementari.

Ad aprire la serata, Valentina Lupi.
Il set, minimale ma intenso, vede sul palco la cantautrice alla voce e alla tastiera, e la violinista Vanessa Cremaschi.
Preferendo quello acustico al set elettrico, Valentina Lupi sceglie di dare un senso diverso alla Vanessa_Cremaschi_viol_Lupisua esibizione. Non si tratta semplicemente di maggiore o minore intimità vera o presunta col pubblico: più che altro è una scelta che ci concilia meglio l’attenzione ai suoni, tanto della musica quanto delle parole.
Quelle parole così spesso nominate nelle liriche. Liriche, sì. Non testi. Perché in certi punti si arriva alla poesia, a quella sudata costruzione fatta di labor limae, pazienza e cura nella scelta. E chi a certe cose presta attenzione, sa bene che non è affatto facile “trovare le parole giuste”.
Dal suo lavoro del 2006 Non voglio restare Cappuccetto Rosso (Altipiani/GDM/EDEL), la cantautrice presenta, oltre alla title track, “Come scriveva Benni” e “Qualcosa di agrodolce”: quest’ultima, insieme a “Satura”, è una di quelle vette fatte di suoni e parole cui si accennava prima.
Lo stesso si dica per “Piccoli accorgimenti” e “Io e le tue parole”, nuovi brani che confluiranno – presumiamo – nel nuovo album a cui Valentina Lupi sta lavorando proprio in questo periodo.

Beatrice_AntoliniDopo di lei, sale sul palco Beatrice Antolini con la sua band. Giovanissima, ha all’attivo due album e una voce a suo nome su Wikipedia. Si cambia radicalmente, a cominciare dal set, elettrico e ricchissimo.
Sul palco del Circolo infatti, salgono, oltre alla stessa Beatrice Antolini (voce, tastiera, synth, moog e dum-dum), Federico Fantuz (chitarra, melodica), Luca Nicolasi (basso), Tommy Ruggero (batteria) ed Enrico Pasini (tromba, flugehorn, synth).
Beatrice Antolini ci accompagna in un vero e proprio viaggio musicale: viaggio nei generi, nei suoni e negli stili. Ogni brano si presenta unico e difficilmente incasellabile. In tutti però sentiamo la sua impronta, il suo lavoro di continua ricerca di tutti i suoni impossibili e inimmaginabili, fusi in una costruzione di ampio respiro.

Autrice di musiche e arrangiamenti pieni, e dei testi (in lingua inglese), Beatrice Antolini non crediamo possa contare su una voce tecnicamente impeccabile: ma non importa, anzi, forse importa al contrario, delineandosi come un altro degli elementi che ritagliano la sua fortissima individualità artistica.
Dal primo lavoro del 2006 Big Saloon (Urtovox/Audioglobe), presenta “Bread and Puppets” e “Monster Munch”. Certosino lavoro sui suoni, costruiti al millimetro: sono esattamente dove l’orecchio richiede che siano, e quindi non sempre si aspetta che siano.
Il viaggio continua: passiamo per “Funky Show” e per la classica ballata “Clear My Eyes”, entrambi dal suo secondo lavoro, A due (2008, stessa etichetta).
Ricerca, dunque: di parole per Valentina Lupi, di suoni per Beatrice Antolini.
Pare proprio essere questo, dunque, il minimo comune denominatore della serata…

Chiara Macchiarulo

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