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“Padre” di Giada Colagrande al Nuovo Cinema Aquila

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Cosa succede ai nostri sentimenti quando scompare una persona cara? Come ci rapportiamo con essi?

E’ ciò che si chiede Giada Colagrande, regista del film “Padre”, racconto sull’elaborazione del lutto dopo la scomparsa del genitore che la protagonista supera grazie alla musica – il padre era un compositore – e all’amore delle persone vicine – c’è un Willem Dafoe accanto a lei – lasciando libera alla fine l’anima del padre– un Battiato inedito, un dolce fantasma che suona il piano, rievocato da immagini d’annata dove canta e balla con i dervisci e si perde nel deserto.

Racconto intimo e quasi liberatorio, nato da un sogno e quasi autobiografico, sussurrato e quasi nascosto, spirituale e quasi viscerale.

Presentato il 13 settembre ed in programma fino al 18 settembre al Nuovo Cinema Aquila a Roma il film, pur essendo una produzione “low budget”, ha un cast d’eccezione: Franco Battiato, che interpreta il padre, Marina Abramovic che fa la madre, sempre lontana e presente solo in videochiamata, e poi c’è Willem Dafoe, amico della protagonista nel film, nonché marito della regista nella vita.

“Ho sognato Franco nelle vesti di mio padre, proprio come lo avete visto nel film – ha spiegato la regista – così come Marina Abramovic – e pur essendo lontani dalle personalità dei miei veri genitori, io li ho immaginati così. Loro sono persone a me care – ha continuato – sono amici da anni, con i quali ho condiviso momenti, pensieri, percorsi… Alla mia proposta entrambi sono stati ben lieti di partecipare. E poi, Willem, che ha creduto sin da subito a questo mio progetto e ha voluto far parte di questa piccola produzione, dove da grande artista quale è lui, oltre a recitare si è ritrovato anche a preparare il pranzo per lo staff o ad aiutarmi a preparare la scena”.

Dafoe, in splendida forma e vincitore dell’Orso d’Oro e della Coppa Volpi 2018 per la sua ultima interpretazione del genio Van Gogh, insieme alla moglie ha salutato calorosamente il pubblico rispondendo e, un po’ timidamente, accennado in un italiano quasi perfetto, introdotto dal regista Mimmo Calopresti che ha presentato la pellicola.

Produzione coraggiosa, hanno aggiunto, ma arte significa osare, significa andare oltre, significa scavare dentro e reinventarla per portarla fuori.

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