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Al via le iscrizioni per Rock Targato Italia

Uff Stampa Divinazione Milano
Uff Stampa Divinazione Milano

Giunto ormai alla sua XXXI edizione, Rock Targato Italia, il contest dedicato agli artisti emergenti in’ambito rock, lancia anche quest’anno la call per iscriversi: tutte le info si possono trovare sul sito www.rocktargatoitalia.eu e il regolamento del concorso è disponibile al link: https://goo.gl/imhXow

I partecipanti avranno la possibilità di esibirsi nei locali live e vincere una campagna promozionale dedicata al loro progetto musicale, per far conoscere la propria musica.

Rock Targato Italia è una grande comunità di musicisti e appassionati del settore, sostenuta dall’Ufficio Stampa Divinazione Milano.

Abbiamo intervistato il direttore artistico Francesco Caprini.

– Il contest è giunto alla sua XXXI edizione. Come e quando è nata l’idea?

L’idea nasce dopo aver visto (negli anni ’80) una rubrica piccolissima su ‘Mucchio Selvaggio’ che parlava di rock italiano.

 – C’è un genere o un artista che ami in particolar modo?

Naturalmente, su di me, il rock e tutto ciò che gira attorno (filosofia, stile di vita, cultura) hanno un effetto molto speciale. Scegliere una band in particolare è difficile per me, praticamente impossibile. Il movimento rock è un magma culturale nel quale sono dentro fino al collo. Ci sto bene senza divisioni artistiche. Avendo lavorato con Litfiba, Ligabue, Timoria, Elio e le Storie Tese, Soon e tanti altri meno conosciuti, nutro per loro grande affetto.

– Ricordi un aneddoto tra le band che hanno partecipato e che oggi sono diventate famose?

Una band prima classificata si ritira per una sorta di pregiudizio nei confronti della giuria. Chiamo i Marlene Kuntz  (la band prima tra in non classificati) e succede un miracolo. In studio per la realizzazione della compilation curata da Gianni Maroccolo, incontrano Lindo Ferretti. Il resto è storia, una storia musicale e culturale molto importante e di grande successo

– Un artista che secondo te è stato un rivelazione negli ultimi anni?

Onestamente, limitandomi al mondo rock,  ho più facilità nel vedere artisti, in questo ambito, che hanno deluso molte aspettative negli ultimi anni.  
Il movimento, da parte sua, non sta esprimendo artisti di grande valore ma non è solo la realtà italiana; in generale, nel mondo intero la situazione è stagnante. Le ragioni sono tante e diverse:  c’è molto conformismo, ovunque regna un pensiero unico.
I talent, nella maggior parte dei casi, premiano artisti consolatori. 

In altri tempi queste erano condizioni eccellenti per creare fermento critico e creativo.  Oggi non è più cosi. Probabilmente il rock deve reinventarsi un linguaggio comunicativo e relazionale nel contemporaneo. Certe formule sono obsolete e superate.

– Che consiglio daresti ad un giovane musicista oggi?

La tecnologia, l’informazione hanno aperto un mondo. La filiera tradizionale dell’organizzazione musicale è saltata. Non è solo patrimonio delle etichette discografiche (multinazionali o indipendenti) a gestire, per intero e nelle varie fasi organizzative e promozionali  un’opera di genio. All’artista oggi, oltre al talento artistico, si chiede anche una capacità gestionale del propria attività musicale.  Come fanno gli artigiani, bisogna fare bene il proprio mestiere. Gestire la propria musica direttamente e in modo professionale. Niente contratti in esclusiva ma collaborazioni, a tempo o progetto, con professionisti esperti. Gli esempi positivi e di successo sono tanti soprattutto nel mondo Hip Hop, Rap e Trap.

 

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