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Stravolti alla Dorothy Circus Gallery

Courtesy Dorothy Circus Gallery
Courtesy Dorothy Circus Gallery

“StraVolti” è la nuova mostra personale di Marion Peck che la Dorothy Circus Gallery propone al suo affezionato pubblico, ai tanti appassionati del genere e ai curiosi, nella splendida cornice di via dei Pettinari a Roma, da sabato 21 aprile.
Marion Peck è tra le artiste più riconosciute e seguite del pop surrealismo a livello mondiale e torna a Roma dopo dieci anni per esporre una serie ritratti profondamente ispirati alla tradizione artistica e culturale europea.

In mostra 11 originalissimi ritratti ad olio su tavola, dei surreal portraits in cui è protagonista una speciale tecnica pittorica classica affiancata dalla modernità e dal contemporaneo. Per l’occasione verrà anche esposta eccezionalmente l’opera The Actors, capolavoro dell’artista che celebra la cultura classica greco-romana, investigando sia gli aspetti simbolici che quelli psicologici della figura storica e metaforica dell’attore.

Come si può già notare dai riferimenti all’arte di Picasso, così come ai ritratti distorti di Francis Bacon, Marion Peck analizza sobriamente la psicologia dei suoi personaggi, inducendo quindi gli spettatori a fare lo stesso. L’approccio pittorico di Marion Peck è infatti fortemente psicologico.

Dalla sperimentazione cubista e dall’interpretazione dei piani prospettici attraverso l’arte moderna, Marion Peck elabora una sequenza di personaggi di diverse età, provenienti da epoche diverse, rappresentati su uno sfondo neutrale, senza alcuna indicazione delle loro identità sociali e del loro passato. I soggetti dipinti sembrano infatti emergere dai quadri in uno spazio a-temporale, misterioso e affascinante. Attraverso l’uso di una sublime tecnica pittorica che adorna le forme più strane e distorte, Peck riesce a mettere in luce l’eleganza e la perfezione dei suoi volti stravolti, che impariamo ad osservare da molteplici punti di vista.

Tenendo teneramente per mano il nostro subconscio, l’Artista scompone e ricompone i suoi personaggi, stravolgendone la bellezza per dare vita ad una nuova lettura della stessa.

Da questa Strana bellezza emerge un altro “io”, liberato dalle paure di accettazione di se, capace di un autoironia in forte contrasto con l’etiquette di un sistema sociale che tende all’omologazione della personalità.

Mentre viviamo l’inquietante fenomeno del mettere in mostra il proprio ritratto ogni giorno, seguendo gli standard della maschera che ci costringe a canoni estetici forzati, in una esasperata tendenza al chirurgico e virtuale, i ritratti di Marion Peck dimostrano quanto la stranezza e la particolarità possano in realtà manifestarsi tra le forme più pure di bellezza.

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