Bentornati Garbage!
ROMA- Sette anni di assenza dalle scene musicali sono tanti anche per i più grandi. C’è la paura che il pubblico si disaffezioni, che ti metta nel dimenticatoio, in quel cassetto pieno di cose che se non alimenti, e non sei ancora entrato nella leggenda, si spengono piano e inesorabilmente.
Il mercato discografico tra l’altro sforna nuovi talenti in continuazione e ne spaccia tanti altri come tali. È un mercato sempre in evoluzione, una durissima legge lo governa, quella del non abbandonarlo mai, di cavalcare l’onda del successo, di studiare la concorrenza e guardarti intorno con sospetto. C’è sempre il ragazzino bellino pronto a vendere milioni di dischi, o il clone di Madonna che con la sua falsa originalità conquista premi ambiti. In un anno che segna il ritorno di gruppi rock come gli Offspring , i Blink – 182 , i The Strokes, o dei grandi Beach Boys, per citarne alcuni, fa capolino di nuovo un gruppo attivo dal 1995 e il cui penultimo album risale al 2005. Sette lunghi anni, che non ne hanno scalfito lo smalto. Sette anni in cui hanno congelato la loro verve artistica, per scioglierla al sole primaverile di Maggio, mese che ha segnato l’uscita del loro ultimo album. “Not Your Kind of People” segna definitivamente il ritorno dei Garbage.
Non poteva che tenerne presente il più grande Festival Rock della Capitale, l’eccellenza europea che ci invidiano ovunque, il Festival Postepay Rock In Roma che nella sua location dell’Ippodromo delle Capannelle, ha ospitato, lo scorso 12 Luglio, la seconda tappa del tour italiano della rock band statunitense.
I Garbage, capitanati sempre dalla bella vocalist Shirley Manson, non hanno deluso le aspettative, come del resto avevano già intuito i loro fan dall’ascolto della loro ultima fatica discografica. Non sono rinati dalle loro ceneri come un’araba fenice, il loro fuoco è sempre stato vivo e lo hanno dimostrato e alimentato soprattutto dal vivo. I cinque rispettivamente, Butch Vig alla batteria, Duke Erikson alla chitarra e alle tastiere, Steve Marker alla chitarra e synth, Eric Avery al basso, e la già citata Shirley Manson alla voce hanno solcato il main stage del festival con una forza e una naturalezza che lascia poco intravedere la lunga pausa dalle scene. La Manson non ha perso di una virgola in sensualità e grinta. Il sangue rock nelle sue vene è decisamente ancora pulsante, lo si capisce da come il ritmo muova il suo corpo, dall’intensità del suo sguardo, dai suoi movimenti energici. Ha tenuto la scena per due ore senza perdere di acutezza e perfezione nella voce, con la sicurezza di una grande donna, di una donna ormai matura. I suoi compagni l’hanno accompagnata egregiamente. Un ensamble di musicisti quasi perfetto, con un affiatamento che solo chi è insieme da tanto tempo può avere. Quella familiarità e intimità che si ritrova anche dopo anni di lontananza. E così che non si sono fatti scappare i loro pezzi più noti, quelli che hanno consumato le orecchie della mia generazione. A partire dal loro singolo più noto “I think i’m paranoid” , e poi “Metal Heart” , “Stupid Girl”,”Why do you love me” “Run baby run” , il fortunatissimo “Cherry Lips”, “#1 Crush” contenuto nella colonna sonora del Romeo + Giulietta con Di Caprio, “Cup of Coffea” richiesta dal pubblico e cantata con non poche esitazione perché non in scaletta, “Only haapy when it rains” e naturalmente i singoli del nuovo album “Blood for Poppies” e “Battle in Me” e ancora “Man on a wire” e tante altre da un album ancora tutto da scoprire. Più che un concerto, un onda energetica, in cui c’era poca elettronica e tanto rock suonato e sudato (considerando le temperature proibitive di Roma in questo periodo). Un ritorno decisamente in grande stile per i Garbage.
Valeria Loprieno
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