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2Pigeons_ Retronica

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retronica2-300x300Vi sfido a dare una definizione alla musica dei 2Pigeons senza scadere in una formula che sia restrittiva. Finirete per buttarle giù un po’ tutte senza riuscire a scegliere: trip hop, downtempo, dubstep, industrial, electro… In Retronica la sfida si fa più dura: ad entrare in gioco ora sono anche jazz, rock e suoni lontani. Suoni lontani non solo perché una delle tracce più avvincenti, la dance pop “Hard Working Space” (di cui vi consiglio anche la visione del simpatico videoclip), parla di una donna delle pulizie dimenticata su una navicella spaziale sovietica, e non solo perché si tenta coraggiosamente (e con un benemerito successo) di portare una canzone popolare albanese quale “Turtulleshë” nei territori ruvidi e paralleli dell’industrial. Ma perché entrambe usano un’impostazione che fa incontrare strumenti e suoni che vengono da dimensioni anche diametralmente opposte. Già in queste due tracce, ad esempio, irrompono gli archi nella prima, Pierpaolo Capovilla e atmosfere trasversalmente popolari nella seconda.
Secondo full length per i 2Pigeons (Chiara Castello e Kole Laca) dopo Land del 2009 e l’Ep omonimo nel 2008, Retronica nei suoi intenti vuole usare un immaginario vintage e storie surreali per raccontare difficoltà e paure del presente. Il disco appare versatile, sfaccettato. Un lavoro complesso ed elaborato in cui niente sembra lasciato al caso. Tessiture frenetiche di loop e musica sanguigna su cui l’impianto vocale che man mano va costruendo Chiara Castello non fa che creare un prodotto originale e sopra le righe. Anche Kole Laca (che ci ritroviamo nell’ultimo tour de Il Teatro degli Orrori) si lascia occasioni vocali e gioca con estro la sua carta: è il caso di “9mm Parabellum”, un ibrido che procede irregolare, intessuto dal basso di William Nicastro, in cui Kole riesce a risultare particolarmente efficace (oserei quasi un miscuglio tra Capossela e Hütz!) prima di scontrarsi con la purezza vocale di Chiara.

E’ una fusione di anime che riesce a rendersi gradevole anche a chi presta poco orecchio a musica diversa dal rock. In “Seven Steps” si butta in un calderone synth, ritmiche insistenti, il contrabbasso di Davide Tedesco e il clarinetto basso di Enrico Gabrielli (ormai onnipresente!) per creare una sorta di milonga elettrica. Altro apice si tocca in “Ghost Dog” in cui Chiara dimostra il suo vigoroso ventaglio vocale, sotto di lei piano cupo e distorsioni di corda creano un tappeto squisitamente amaro in cui si inserisce addirittura Roy Paci intento ad aumentare il vortice di caos e chiudere il pezzo. Da segnalare anche la presenza di Giovanni Gulino (Marta sui Tubi) in “Teknowest”, pezzo nel pezzo e sintesi estrema e stravagante del tema di dualità di cui è intriso il disco. I toni cambiano totalmente negli ultimi minuti con “Satellite” e “Nervous Countdown” a cui, tra evanescenza e impalpabilità, è affidata la chiusura.
Ognuna di queste 11 tracce finisce per essere un microcosmo da esplorare. E alla fine del disco sembrerà quasi di essere stati parte di quell’evoluzione/contaminazione che ha coinvolto ogni particella sonora. Alcuni la chiamano semplicemente questione di prospettive, altri sperimentazione. Altri ancora la chiamano retronica.

TRACKLIST
1. Completely Lost
2. Hard Working Space
3. 9mm Parabellum
4. Reptile
5. Ikarus
6. Turtulleshe
7. Seven Steps
8. Ghost Dog
9. Teknowest
10. Satellite
11. Nervous Countdown

Emiliana Pistillo

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