Adrenalina chiamata Portnoy
ROMA- Dal vivo c’è energia da vendere e da riutilizzare alla bisogna magari in momenti meno frenetici. Certo è rock, ma il metallo e la progressione di accordi sono rimasti a casa, o nel cassetto di altri progetti.
Per il momento famelici capelloni e l’ex batterista dei Dream Theater si accontentano di rievocare musica rocciosa, americana senza dubbio, qualche melodia di troppo e suono tanto. Dal vivo all’Orion Club per diramare uno dispaccio chiaro: siamo rockers, e sul palco saltiamo con grande forza, Siamo gli Adrenaline Mob!
Non ci dispiace se la chitarra di Mike Orlando si lascia sfuggire qualche fischio di troppo, facendo il verso alla firma di Zakk Wylde, le scale ci sono e sono molto faticose ma divertenti da seguire. Mike Portnoy ha con sè il set della batteria completa, mancano solo quelle delle nonna che evidentemente non gli ha voluto cedere. C’è il momento per il rock, ma anche quello per i pezzi lenti e lo sfoggio di mani dalle corna puntute si rifila in tasca per poi sgambettare un attimo dopo. Tatuaggi, capelli, giubbini di pelle e borchie sembrano essere in vendita sulla bancarella fuori al locale, si fa incetta di magliette e si porta a casa il ninnolo della serata, calda, per via del clima e delle forti vibrazioni degli amplificatori che spostano aria a ritmo incessante.
Portnoy vaga alla ricerca del disco perduto, questo è carino (Omertà), quantomeno divertente. E nel suo girovagare le collaborazioni diventano tante, l’esperienza è importante, si sa e i passaggi in gruppi come i Transatlantic e i Flying Colors rappresentano un segno indelebile della sua versatilità. Noi però aspettiamo qualcosa di più ricercato, altri si contentano…
Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
(via Musicenology)
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