Luigi Mariano: asincrono, ma non troppo
[MUSICA]
ROMA- Martedì 28 febbraio: il posto è il The Place giusto, il tempio romano della musica che, ancora a distanza di anni, riesce ad offrire ai suoi numerosi utenti una programmazione sensata ed interessante.
Mi sono sempre chiesta (personalmente) come mai in posti come il The Place sembra che i fonici abbiano realmente è un valore aggiunto, mentre in altri locali invece di lavorare con il suono, ci si combatte semplicemente contro, cercando di ottenere il meno peggio. Qui non accade mai. Ogni volta sembra di assistere ad un miracolo: i suoni degli strumenti si distinguono, ognuno ha la sua porzione di spazio, la voce è limpida e chiara e, attenzione attenzione, si è in grado di percepire benissimo anche le parole che vengono pronunciate, e senza troppe difficoltà.
Un miracolo. Se poi ci si aggiunge il valore del musicista che si viene ad ascoltare il prezzo del biglietto di entrata non sembra neanche così tanto e si rimane incantati senza soluzione di continuità.
Luigi Mariano è sempre una scoperta, anche dopo un anno di distanza dalla Città Eterna dove (nell’ex location dell’Asino che Vola) aveva presentato per la prima volta il suo disco Asincrono. A dir la verità il tempo sembra invece inseguirlo nel modo giusto (sia allora che oggi) e riempire quegli interstizi ideali che affollano le menti assetate di musica: non una sbavatura, un’aritmia anomala, non un attimo di cedimento, Mariano c’è e c’è col cuore, con la gola, con l’anima della musica che lascia scorrere nella sua chitarra e nelle note che fa volare via, verso un pubblico che è quasi ipnotizzato, complice, incantato da una scaletta fuori dai canoni che, pure, spazza via ogni incertezza e conferma Mariano come un musicista di quelli “buoni” e pronti a tutto.
Un’ora di concerto che vola via e sembra quasi che le sedie siano comode, le luci più soft del solito e quel riff di sottofondo che viene dall’altra parte non si avverte neanche più: regina indiscussa la musica, ancora una volta. Una musica intimista, dissacrante se serve, tenera, emozionale, proprio come vuole lui, il musicista, il concertatore, il buon Luigi, amico di chi lo sa ascoltare e di chi profondamente entra in contatto con la sua anima più profonda, quella dai ritmi irregolari e sfalsati tra loro che pure, all’esterno tingono la sua personalità di pacatezza, equilibrio e tranquillità.
Buon Mariano, che ti perdi anche in un arrangiamento rock che vede la presenza di un Alberto Lombardi alla chitarra elettrica in autentico stato di grazia: il ritmo è quello che volevamo, la serata ha preso la piega giusta, così la tua musica che, anche questa volta, non ha deluso ma arricchito: davvero un gran bel concerto!
Edyth Cristofaro
Foto di Fabrizio Caperchi
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