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+ME: Luisa Montalto

Omino Shiba-ok

[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

Omino Shiba-okDi fronte ai cuori rossi dilaganti e alle frasi rubate a grandi autori, che, snaturate e accartocciate sul cioccolato, sembrano fuori luogo e soprattutto banali, cercare di rispondere con il cinismo sarebbe la soluzione più semplice. Ma quando mai una donna ha cercato la soluzione più semplice?

Siamo fantastiche nel complicare, nel pensare tutto e il contrario di tutto. Dei diamanti pieni di sfaccettature, forse per questo Marylin definiva le pietre luccicanti e dure di carbonio “i migliori amici delle donne” (Gli uomini preferiscono le bionde – 1953). Donne che sanno contraddirsi e risolversi da sole, come le protagoniste dei quadri di Luisa Montalto, in mostra fino al 6 marzo a Roma da Mondo Bizzarro Gallery.
In occasione della sua prima personale, l’illustratrice Luisa Montalto si moltiplica, si divide in sedici donne, quattro per quattro, un cubo di Rubik, in cui i volti sono pensierosi e gli occhi stanchi.
Nei tasselli del mosaico colorato, ecco la leggerezza! L’artista trova la soluzione: una piuma!
Questa esce dai pensieri, come una parola sentita e detta, come una decorazione che serve, non per annullare i Luisa Montalto4pensieri contorti che rendono lo sguardo assente, ma per donare a quei pensieri sia la leggerezza e che un sentimento nuovo e vitale.
“Sono sempre io” mi spiega la Montalto, mentre cerco di riconoscere qualche volto familiare nei sedici oli su tela che si parlano l’uno con l’altro. Ma c’è di più. La Montalto non racconta solo se stessa, ma diversi aspetti che facilmente ricordano l’espressione di quella nostra amica più irruente o di quella più malinconica, donne tutte prese dai sentimenti, dalle passioni, alle quali non riescono a rinunciare. Magari, anche c’è anche quella che sbeffeggia San Valentino, proclamando una chiara consapevolezza di sé.

In occasione della festa degli innamorati, Luisa Montanlto inaugura la sua personale +ME, proponendo dei piccoli quadri che sono tutti basati sul sentimento, sull’impulso e sull’emozione. Se i colori sono tenui, e le espressioni delicate, il mondo di sensazioni che racconta è vivido, forte, coraggioso, come sa essere una donna che rinuncia alla semplice e pura logicità. Sarebbe tutto troppo semplice e forse anche noioso, soprattutto in ambito artistico.
I sedici quadri riescono a capire questa molteplicità di sensazioni, che si possono leggere come in un romanzo di Jane Austen. Così si spiegano i piccoli uccelli che, nell’esposizione, sono fuori dalla gabbia. La gabbia è vuota, gli uccellini sono liberi come percezioni che hanno trovato un loro spazio in ambito artistico.
Allora anche il San Valentino, in una Roma ancora nella morsa del gelo, con i cumuli di neve sporchi sui lati delle strade, può caricarsi di malinconia e di nostalgia e non se ne ha più paura, l’importante è saper prendere in mano una piuma provare a capire come si può uscire dalla gabbia.

Shiba

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