Berna – II parte: Paul Klee on the hill
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Nel caso non si fosse capito nel corso della 1a (im)perdibile puntata, Berna (e più in generale la Svizzera), non è il posto ideale dove andare in vacanza se si intende tornare a casa con qualche euro nel portafoglio.
Ma siccome il concetto dovrebbe ormai esser chiaro, credo sia il caso di passare a cose più eteree del vile denaro, ossia ai monumenti bernesi (e affini).
Innanzitutto è d’obbligo una passeggiata per il centro storico medievale, che ha valso alla capitale svizzera l’ingresso nell’esclusivo club UNESCO. Effettivamente con le sue viuzze, i suoi palazzi color arenaria e la manutenzione svizzera, il centro storico di Berna è un vero gioiellino e dall’alto dei 101 metri della torre della Cattedrale il colpo d’occhio vale davvero i 222 scalini percorsi per giungere in cima: si può infatti notare una certa uniformità nelle costruzioni, soprattutto nei tetti, costruiti con tegole rosse e dotati di comignoli rettangolari con doppia canna fumaria. Nel caso il panorama piaccia particolarmente si può sempre pensare di far domanda come guardiano della torre, visto che il fortunato avrebbe un fantastico ufficio proprio in cima ad essa, anche se il “simpatico” venticello freddo che soffia a Mach 5 ogni santo giorno richiederebbe un’attenta valutazione di questa idea. A completare la cartolina, si tenga conto che tutto il centro storico sorge su una sorta di penisola con case che degradano lentamente verso il “famosissimo” (credeteci svizzeri!) fiume Aare, fiume superabile in vari punti grazie ad una serie di ponticelli di età e bellezza variabile: inutile sottolineare che la bellezza del ponte è direttamente proporzionale all’età del ponte stesso, a dimostrazione del fatto che non ci son più i ponti di una volta. E la Cattedrale (qui nota come Münster)? In stile gotico e con alle spalle una lunga gestazione (circa 400 anni), ha la particolarità di avere l’ingresso dal lato della torre e nessun affresco interno, risultato della furia iconoclasta che interessò queste zone ai tempi della Riforma calvinista. Da tale furia si salvò per fortuna lo splendido portale principale, caratterizzato da una rappresentazione del Giudizio universale sotto forma di statue scolpite in pietra arenaria e poi dipinte a mano.
Ma Berna non è solo patrimonio UNESCO, vi sono anche tante altre cose da visitare. Innanzitutto il Gurten, una montagnola di 870 metri che i pigri potranno raggiungere con la funicolare mentre gli atletici a piedi o in bici, sfruttando uno dei 5 sentieri che collegano la valle alla cima. Qui si recano i bernesi nel weekend per andare in bici in estate e per praticare sport invernali nella stagione fredda: peccato che il clima autunnale (in pieno dicembre!) non abbia consentito allo scrivente di fare né l’uno né l’altro, visto che il noleggio bici è possibile solo durante il periodo estivo e al momento della visita non c’era un fiocco di neve nemmeno a pagarlo a prezzi svizzeri! In compenso è stata possibile un’amena passeggiata lungo i sentieri sopracitati, passeggiata caratterizzata da un alto tasso di scivolosità a causa delle tante foglie autunnali che tempestavano il sentiero.
Altra tappa imprescindibile è al museo dedicato al bernese Paul Klee, uno dei principali esponenti dell’astrattismo oltre che musicista e poeta a tempo perso: se non vi dice niente questo nome state tranquilli, siete di sicuro in buona compagnia. Sorvolando per motivi di spazio sull’opera omnia di Klee custodita in questo museo, non posso non fare una piccola riflessione sulla struttura che la ospita: opera di Renzo Piano, è un chiaro esempio di come possano progettarsi strutture semplici, ma moderne senza far scempio dello skyline (collinare in questo caso) pre-esistente. E se pensate che questo non stia avvenendo a Milano nel cosiddetto Nuovo Quartiere Isola…beh, non potrei darvi torto.
Se poi vi avanza del tempo, non dimenticate di fare un salto nel bilocale in cui visse Albert Einstein nei suoi anni bernesi, anni in cui, mentre lavorava nel locale ufficio brevetti, elaborò in pausa pranzo la teoria della relatività: la leggenda vuole che osservando le lancette dello splendido Zytglogge (ossia la torre dell’orologio più antica della Svizzera) che faceva da sfondo alle sue passeggiate bernesi, Einstein elaborò quella che sarebbe divenuta la teoria più rivoluzionaria del Novecento. Cosa che la dice lunga sulle differenze tra lui e noi comuni turisti mortali.
Infine, se vi trovate in quel di Berna durante il periodo natalizio potreste esser deliziati dai locali mercatini di Natale: lo scrivente dopo anni trascorsi girandone a iosa ne ha ormai la nausea, però è una di quelle esperienze da fare una volta nella vita, e Berna offre questa possibilità. Certo, non sono i migliori in circolazione, però come primo approccio a questo simpatico mondo, fatto di vin brulè, castagne e paccottiglia natalizia di vario tipo, puo’ starci. A tal proposito segnalo un chioschetto che produce buonissime caramelle mou al momento: non vi nascondo che all’inizio ero titubante dopo una non felice esperienza con le cugine normanne di tali caramelle, ma queste svizzere erano favolose, capaci di indurre dipendenza; tra l’altro il titolare del chiosco parla anche un discreto italiano e sostiene che la nostra lingua sia splendida: insomma, oltre che caramellaio è anche un po’ paraculo esperto di lingue straniere…meglio di così!
E su Berna è tutto, appuntamento al prossimo viaggio. E mi raccomando se avete la possibilità partite, qualsiasi sia la meta: l’importante è il viaggio.
Christian Auricchio
Berna, Christian Auricchio, martelive, martemagazine, Paul Klee, Renzo Piano, Rubrica trip: note di viaggio, viaggi