Il magico mondo di Alagaësia
[L’ILLETTERATA]
L’avevo aspettato tanto. Avevo desiderato così tanto sapere come sarebbe finito il quarto e conclusivo capitolo della saga fantasy, Il ciclo dell’eredità, di Christopher Paolini, che ora, a conti fatti e a 821 pagine di Inheritance finite di leggere, mi sento come svuotata e con un senso di non compiuto dentro.
Dio mi scampi e liberi dal rivelarvi il fatale finale, ma forse è proprio a causa di questo che è come se mi mancasse un pezzo. Il meraviglioso mondo di Eragon, la dragonessa Saphira, la principessa elfica Arya, mentre per la prima volta tutte le razze di Alagaësia si sono unite per combattere insieme: elfi, umani, nani e Urgali marciano fianco al fianco verso Uru’baen, la fortezza di Galbatorix. Nonostante rischino di perdere tutto ciò che hanno di più caro, hanno deciso di combattere insieme per il loro futuro una battaglia titanica che dovrebbe decretare la tanto agognata fine di un impero malvagio. Tutti questi sono gli ingredienti azzeccati dei ben quattro tomi che hanno aumentato peso e volume ogni anno che è passato.
Eppure rimane la sensazione che Paolini avrebbe potuto fare diversamente. Il senso instabile di non compiuto deriva probabilmente dal finale semi- aperto, che forse lascia presagire un futuro sviluppo della storia verso nuove e più diverse avventure.
In ogni caso, le aspettative del lettore non saranno del tutto deluse: ci sono battaglie titaniche “fantastiche”, belle descrizioni paesaggistiche che lasciano un bel senso di assoluto, ci sono tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere (e ad amare) nel corso di tutti questi anni, c’è soprattutto la voglia di sognare che contraddistingue il lettore medio appassionato di fantasy. Tecnicamente il libro è scritto in modo irreprensibile: si comprende facilmente, il romanzo è scorrevole, la trama è leggera, ma tutto senza infamia e senza lode. Ci sono personaggi che perdono il ruolo avuto negli altri volumi, pur rimanendo importanti nella narrazione, ma di cui sarebbe stato bello scoprire di più, ci sono grosse “perdite di tempo” e cose che invece avrebbero avuto bisogno di più spazio per l’importanza data loro nel corso degli altri volumi.
Insomma, che dire? Una delusione? Un buco nell’acqua? No, sicuramente, no, ma neanche il finale che sognavo, ora non resta che aspettare la prossima saga, sperando che anche solo idealmente abbia un pizzico di magia letteraria di un Tolkien o di una Zimmer Bradley o anche solo dell’inventiva della Rowling. Ma forse, è chiedere troppo…
Christopher Paolini, Inheritance, Rizzoli, pag. 834, € 24
Eva Kent (evakent.74@gmail.com)
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