Lo Schiaccianoci, regia di A. Konchalovsky
Andrei Konchalovsky ripropone sullo schermo (e in 3D) la straordinaria storia de Lo Schiaccianoci, che ispirò il grande compositore Pёtr Chaikovskij nel creare l’omonimo balletto.
Mary, una bambina di nove anni (Elle Fanning) e suo fratello Max (Aaron Michael Drozin) vivono il giorno di natale soli e tristi. Solo dopo l’arrivo dello zio Albert (Nathan Lane) la serata si rallegra, complice uno schiaccianoci di legno (Charlie Rowe) capace di prendere vita, Mary vive, così, un viaggio magico fatto di fate, giocattoli animati e tanta fantasia.
Purtroppo Lo Schiaccianoci (chiamato anche LC) e il suo regno sono minacciati dal perfido Re Topo (John Turturro) e da sua madre (Frances de la Tour), che dovranno essere sconfitti per il bene di tutti i bambini e dei loro giocattoli.
Oltre alle musiche originali, il film comprende tre nuovi brani scritti da Sir Tim Rice (Il Re Leone, Evita, Jesus Christ Superstar).
Lo Schiaccianoci è una favola sulla lotta tra il bene e il male, Konchalovsky introduce elementi appassionanti che portano il film oltre la fiaba tradizionale, nonostante si basi sui temi originari: i rapporti familiari, la solitudine, l’amore, l’amicizia, il coraggio.Nel film il regista porta Mary in un mondo in cui il potere dei sogni comanda su tutto, e dove la lealtà e l’amicizia possono sconfiggere la crudeltà.
Alcune scene sono un po’ cupe ed inquietanti, nonostante i topi siano rappresentati come molto stupidi e quindi poco paurosi, questo perché da sempre il ruolo della fiaba è di insegnare ai bambini come affrontare la paura e il pericolo, inoltre, con le tecniche CGI il film raggiunge un altissimo livello tecnico, riuscendo a trasmettere al pubblico tutta l’atmosfera di una Vienna immaginaria degli anni ’20.
Lo scenografo Kevin Phipps si è ispirato soprattutto ai lavori degli architetti Otto Wagner e Josef Hoffmann, la piazza di Vienna, soprattutto, è stata pensata come un centro cittadino immaginario e durante il film è rappresentata in tre modi diversi: prima è bellissima e piena di gioia, poi accogliente e primaverile e in fine invasa e deturpata di tutta la sua bellezza, grigia e piena di manifesti di propaganda.
Il regno di Re Topo si ispira all’ingegneria vittoriana, con macchine volanti e alte torri, c’è un’atmosfera di produzione frenetica e tutto si svolge ad altissima velocità.
La terza scenografia è la casa di Mary, caratterizzata da enormi stampe di Klimt su muri e soffitti, come a sottolineare il ceto sociale alto-borghese della famiglia, in perfetto stile secessionista viennese.
È bellissima la scena del “Valzer dei fiocchi di neve”, dove i ballerini diventano neve e danzano nel cielo nel paese della Fata della Neve, dall’aspetto identico alla madre di Mary (forse la somiglianza è proiettata dall’immaginazione della bambina che vede sua madre come una figura protettrice).
Il personaggio dello zio Albert ricorda molto la figura di Einstein (personaggio di rilievo in quegli anni) e spesso cita alcune delle sue frasi più famose.
Uno dei personaggi esteticamente più belli e divertenti è la madre di Re Topo, rappresentata come una strega cinica e individualista, talmente pigra da girare su una sedia a rotelle, mentre il personaggio di Re Topo è palesemente ispirato ad Andy Warhol.
I personaggi dei genitori di Mary sono, invece, molto diversi l’uno dall’altra: la madre è una cantante lirica e antepone la sua carriera al Natale in famiglia, ma è anche molto dolce e infantile, il padre è un uomo distaccato e autoritario che si è da tempo dimenticato cosa significhi essere bambini.
Il personaggio di Mary è protagonista e narratore, lo spettatore vive la storia dello Schiaccianoci attraverso la sua fantasia. È una bambina che è stata lasciata sola con il fratellino e lo zio il giorno di Natale, e come tutti i bambini soli fantastica, inventando storie e personaggi. Soltanto attraverso la mente di un bambino si possono vivere storie magiche e incredibili come quella de Lo Schiaccianoci, e forse è proprio per la voglia di tornare ancora un po’ all’infanzia che questa favola è, ormai da moltissimo tempo, un mito.
Alessia Tondi
Alessia Tondi, Andrei Konchalovsky, cinema, Lo Schiaccianoci, martelive, martemagazine, Recensioni