La ville à l’enverse – Il mondo alla rovescia
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Il bollitore è rotto da Fusolab, il laboratorio creativo del quartiere Prenestino, quindi non avrò il tè caldo. Peccato! Fuori fa freddo e in genere prendo sempre un buon tè caldo quando sfoglio un libro pop-up, anche se, in effetti, non sto sfogliando delle illustrazioni che diventano vive ma mi trovo sotto le illustrazioni, un po’ come se fossero loro a sfogliare me.
La ville à l’enverse sta sopra la mia testa, strani pendagli mi sfiorano gli occhi mentre cerco di guardare dentro le finestre, è come se la vita in quella città tutta al contrario si nasconda dietro i tetti per rendersi impenetrabile, scegliendo di capovolgersi piuttosto che farsi conoscere.
A Chiara Luzi e Francesca Mariani non bastava creare dei mondi fantastici nelle loro illustrazioni, hanno preso il cartone e l’hanno reso vivo e non hanno voluto raccontare la realtà, ma l’hanno capovolta. Perché le favole sono una versione della verità raccontata al contrario, dove c’è quasi sempre il lieto fine e si riescono a superare tutte le difficoltà, quindi il mondo terribile che ci circonda si deve capovolgere almeno nelle favole.
La ville à l’enverse, non poteva che trovare spazio fino all’11 dicembre, in un luogo dove tutti i giorni si fa tutto al contrario, Fusolab. Qui un gruppo di ragazzi supportano gli artisti emergenti e non, i giornali sono messi a disposizione del pubblico mentre Fusoradio dà spazio a nuove band e Greenpeace chiude una riunione di zona prima dell’ennesimo vernissage. Il bollitore sarà anche rotto, ma il calore qui si sente ovunque. Proprio come in un mondo al contrario dove ancora si può ospitare l’arte senza la smania di speculazione e con la sola idea di presentare progetti validi, come quello di Chiara Luzi e Francesca Mariani che adattano il loro mondo al contrario a quello che trovano, conservando tra le pareti di cartone, rivestite di immagini delicate, un luogo in cui nascondere i loro sogni, che speriamo liberino dando vita a nuovi giochi dalle tinte pastello su carta annerite dal caffè.
Sotto La ville à l’enverse cerco un appiglio per arrampicarmi in quel mondo, per mettere la testa al contrario e far affluire il sangue al cervello, così da farlo ossigenare meglio e magari riuscire a trovare delle soluzioni nel mondo lineare e orizzontale. Seguo i pesci che entrano nelle case e scruto obiettivi di macchina fotografiche che sembrano quasi dei buchi neri in cui intrufolarsi, magari posso trovare uno spiraglio per rinchiudermi dentro e aspettare che i pensieri smettano di diventare spinosi mentre ipotizzo di costruire una casa in un cappello, anche perché avere un mutuo è ormai più improbabile che incontrare un ippogrifo.
Shiba
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