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BACI da Buenos Aires

Alessia Grassoi

[CINEMACITTA’]

Alessia GrassoiBUENOS AIRES – Nella settimana in cui la capitale argentina celebra la tradizione italiana, si è svolta parallelamente la kermesse di cinema italiano BACI, ovvero Buenos Aires Cinema Italiano. La prima edizione di questa rassegna cinematografica ha voluto rendere omaggio alle migliori produzioni degli ultimi due anni, enfatizzando il legame fra cinema e territorio.

Le opere scelte rappresentano la quasi totalità delle regioni italiane, ogni film è infatti espressione di un tratto culturale specifico, che intende raccontarci un’area geografica, la sua gente, il suo presente o talvolta il suo floor.JPGpassato. Il festival, che ha avuto luogo nel centralissimo Cinema Gaumont, si è tenuto dal 17 al 23 di novembre, ed ha riscontrato un notevole successo di pubblico.
L’italianissima organizzazione ha sapientemente amalgamato 25 opere, incudendo lungometraggi, cortometraggi e documentari, scegliendo di alternare opere di registi esordienti ad artisti internazionalmente riconosciuti come Gabriele Salvatores ed Ermanno Olmi.
L’onore dell’apertura della manifestazione, avvenuta nel maestoso Teatro Coliseo, è spettato al film di Daniele Lucchetti La Nostra Vita. Un film di ottima fattura di uno dei registi italiani che da anni si distingue per la sua capacità di riuscire a fotografare il panorama della marginalità e della vita metropolitana, quasi sempre piuttosto amara, dell’Italia d’inizio millenio. La Nostra Vita, che vede come attore protagonista un superbo Elio Germano, racconta le difficili sfide che la vita riserva ad un padre di famiglia ed operaio edile, strozzato dai debiti e distrutto dalla perdita della moglie, che nonostante tutto ha la forza di riuscire ancora a credere nell’amore.
Tracciando una prospettiva generale, molti dei lavori selezionati vedono come protagonisti storie di immigrati, fotografando il nuovo e composito tessuto sociale che l’Italia ha assunto da vent’anni a questa parte. Inoltre, in controtendenza con l’ormai stanco clichè del gangster-movie alla napoletana post-Gomorra, viene dato risalto a quegli angoli felici dell’Italia meridionale, che si ribella all’impellenza della fuga nei tanti Nord del mondo, rivisitando i tanti luoghi comuni in chiave molto spesso ironica e romantica. Si segnalano in questo senso, l’esordio alla regia dell’attore Rocco Papaleo in uno spassosissimo Basilicata Coast to Coast, ed il napoletano Into Paradiso di Paola Randi.

La-Bas-Educazione-criminaleDar risalto ad alcune opere in particolare risulta essere ingeneroso nei confronti dei tanti altri film in rassegna meritevoli di una menzione. Allo stesso tempo, risulterebbe altrettanto ingiusto non spendere qualche parola in più per i film che ha fatto maggiormente presa sul pubblico in sala. Là-Bas – Educazone Criminale, l’opera prima di Guido Lombardi, è un film che per tecnica registica prende molto in prestito dal documentario. Questa sensazione di accentuato realismo non riguarda solo la tecnica registica, ma pure l’ispirazione, essendo una rilettura di quello che è passata alle cronache come la Strage di Castelvolturno, nella quale il 18 settembre del 2008 hanno perso la vita per mano di un commando camorristico 8 immigrati africani. Un torbido intreccio di storie di emarginazione, voglia di riscatto e criminalità organizzata, in una terra dove l’uso della forza è il pane quotidiano, e chi non risponde di conseguenza, rischia di soccombere.
Là-Bas è un film che unisce eleganza realizzativa ad un forte impatto emotivo, elementi che caratterizzano anche l-uomo-che-verraun altro dei film in selezione: L’Uomo che Verrà, di Giorgio Diritti. Questa volta siamo a Marzabotto, in provincia di Bologna, correva l’anno 1944 ed i nazifascisti stavano rastrellando le montagne del bolognese in cerca dei ribelli partigiani, numerosi ed agguerriti in quella zona dell’Emilia-Romagna. Questo film di ottima fattura, completamente girato in dialetto bolognese ed impreziosito dalla bravura di Alba Rohrwacher, racconta la strage di Monte Sole, uno dei più spaventosi eccidi commessi ai danni della popolazione civile durante la Seconda Guerra Mondiale. Un film che colpisce forte allo stomaco, ammutolisce e ci fa pensare, ricordando a chi ancora fa una certa confusione sulla storia recente del nostro paese, che se i 150 anni dell’Italia si vogliono celebrare, una necessaria distinzione delle azioni e dei colori, sarebbe opportuno continuare a fare.

Claudio Aleotti

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