Angela Baraldi e Massimo Zamboni_ Solo Una Terapia: Dai CCCP all’Estinzione
Dai live del tour di Disastri e Disamori – dai CCCP all’estinzione nasce qualcosa il cui sapore è tutt’altro che nostalgico, come ci si aspetterebbe. Non è delusione né amarcord. Non è nemmeno esaltazione compulsiva. Registrato su un disco è un live che diventa terapia.
Una terapia necessaria per guardare avanti e coerente perché terribilmente attuale: una terapia d’urto. E ce n’era proprio bisogno. E’ come una delle due facce di una verità storica: l’altra è quella di Giovanni Lindo Ferretti, questa, quella veramente fedele alla linea, è quella di Massimo Zamboni che ci serve su un piatto d’argento 30 anni di quella verità con Solo una Terapia: dai CCCP all’Estinzione, e nel farlo si fa affiancare da Angela Baraldi, una delle personalità più robuste del panorama bolognese. Ed è una ventata di freschezza rigenerante – anche se nove brani su tredici risalgono all’epoca premillenium bug – ma non è impossibile evitare i paragoni.
Impossibile è però approcciarsi senza pregiudizi, ahimè, anche partendo con le migliori intenzioni. Fatto sta che l’impatto non ti lascia tempo di riflettere, è travolgente, di certo non graduale visto che si è scaraventati tra le urla di “Emilia Paranoica”. Sono sonorità dure e taglienti, una poetica densa e senza futuro che, dipanata in tutto il disco, si scopre essere anche senza passato. E allora quelle zone d’ombra diventano visioni più definite. Lo si sente proprio da quella prima traccia, dilatata da elettricità più definite. Come tutte le terapie che si rispettino si tratta di un faccia a faccia che Zamboni fa con i suoi mostri nel cassetto, mostri che fanno inevitabilmente parte di lui. Si mette di fronte ai contorni forti di buona parte della potenza dei CCCP di Affinità e divergenze, alla maturità dei CSI (“Del Mondo”, “Cupe Vampe”, “M’importa ‘na sega”) e a brevissime parentesi del suo recente cantautorato da solista (da Sorella Sconfitta, L’inerme è l’imbattibile”, L’estinzione di un colloquio amoroso). E finalmente Zamboni si toglie anche lo sfizio di cantarseli da solo i pezzi che per anni ha vissuto in quella seconda linea da chitarra punk. Canta una tremante “Del Mondo” arrangiata con maggiore linearità, una alleggerita “Cupe Vampe”, “Annarella” che, valorizzata da un’estrema dolcezza, acquista profondità e tatto. Ci mette i brani della sua vita solista, canta “Da Solo” (colonna sonora di Velocità Massima e parte del disco Sorella Sconfitta del 2004 in cui era cantata da Nada). Dall’altro lato, a fargli da terapeuta è una Baraldi che sa essere perfettamente in linea e alternarsi tra compulsività punk e la sua personalissima sensibilità nel reinterpretare, anche meglio di Nada, la dolcezza amara di pezzi come “Quando se non ora”. Certo, ci saremmo aspettati molto di più su “Mi ami?” o “Io sto bene”, lì però a fare da contraltare c’è una ruggente forza di chitarre più elettriche e devastanti.
La legenda narra che i due si siano incontrati durante le registrazioni del primo 45 giri dei CCCP e poi si siano rincontrati nel 2009 per collaborare a “Nove ore”, colonna sonora del documentario di Adriatico e Corbelli, “+o- Il sesso confuso. Racconti di mondi dell’AIDS’. Lì è scoppiato il colpo di fulmine musicale, ed effettivamente viene da chiedersi perché non sia successo prima, dato la perfetta combinazione della voce della Baraldi con il mondo dei CCCP.
Non abbia paura, dunque, chi odia profondamente cover e tributi perché la collaborazione tra Zamboni e Baraldi ha una forza tale da oscurare dubbi e perplessità, e risolversi in un lavoro che non è né tributo né reinterpretazione, ma è qualcosa di nuovo. E’ rigenerante come un faccia a faccia tra due ex amanti, un confronto col passato, in cui alla fine ci si rende conto di essere stati bene e male. E la cosa non ti fa sentire meglio o peggio. Ci si accorge semplicemente di essere sempre gli stessi, ma cresciuti dalla forza del confronto. E’ così che questo suggestivo viaggio musicale, registrato live durante le prime date del tour nei concerti di Bologna, Modena e Roma, cambia un po’ il modo di vedere le cose. Se Zamboni voleva chiudere due estremi, ci è riuscito bene: è una terapia che ti mette di fronte lo stesso coinvolgimento nervoso di qualche anno fa, con strutture musicali preziosamente più rock e concrete, e una dolcezza che ci fa guardare positivamente avanti.
TRACKLIST:
1. Emilia Paranoica
2. Da Solo
3. Quando Se Non Ora
4. Allarme
5. Del Mondo
6. Nove Ore
7. A Ritroso
8. Mi Ami?
9. Io Sto Bene
10. Cupe Vampe
11. Annarella
12. Curami
13. M’Importa ‘Na Sega
Massimo Zamboni: Chitarra e Voce
Angela Baraldi: Voce
Cristiano Roversi: Stick e Basso
Erik Montanari: Chitarre
Gigi Cavalli Cocchi: Batteria
Emiliana Pistillo
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