Ondamedia_ Lungo strade senza volto
Quella degli Ondamedia è una bella storia semplice, in tempi in cui niente è più complicato che raccontare storie semplici, abituati come siamo a che qualsiasi cosa sia così facilissimamente assimilabile a una posa, a una distorsione che tramuta un fatto in un’occasione di sprigionare rassicurante retorica.
Volete una prova? Ve la serve direttamente la biografia del loro sito, la cui prima frase recita:
“Il nucleo del progetto nasce nel 1996, quando Patrizio D’Andrea e Fabrizio “Bricco” Collacchi iniziano a comporre insieme alcune canzoni. Nel 1998 ne entrano a far parte Alberto Foddai, Roberto Piccirilli e poco dopo Massimiliano “Maffy” De Castro. Viene scelto il nome Ondamedia a simboleggiare il fatto che la musica mediava la diversità di ognuno dei componenti della band.”
Quante volte l’avete sentita? Più troppe di troppe. Retorica arciconsueta e appiattimento bidimensionale di una storia che ci vuole zero a far essere come tutte le altre.
Aggiungeteci che il linguaggio scelto passa tra il più nobile cantautorato italiano, grunge e rock settantino nella più ampia accezione del vocabolario musicale che si possa legare a tali contenitori, e la frittata è fatta.
Hai voglia a spiegare l’incommensurabile differenza tra una band e la vera e propria famiglia musicale che questi ragazzi sono: le ore i giorni i mesi gli anni assieme dentro e fuori dalla cantina e dal cortile che ne racconta la storia, le rughe d’espressione che vuoi o non vuoi tutto questo porta dentro la musica suonata. Quindi, una cosa è certa: sono molte le cose di questa band che non capirete “solo” ascoltandone l’opera.
Vi sarà fondamentale andare a incontrarli dal vivo. Solo allora avrete davvero l’opportunità di avere un quadro preciso di ciò di cui questi ragazzi si occupano.
Solo allora l’autoprodotto Lungo Strade Senza Volto, con il suo uomo che perde sé stesso, sbanda, caracolla e si ritrova, smetterà di sembrarvi “solo” un concept album settantino come centinaia di altri ne son stati scritti. Solo allora (forse) restituirete al tempo lento di questo ascolto tutta la sua importanza, e solo allora di quei suoni antichi, aggressivi e dolci, pieni e distesi, universali e senza tempo, smetterete di dire “già sentito”, fino magari a farvi dire “meno male che qualcuno scrive ancora così”.
E questo, si badi bene, a prescindere dalle canzoni, il cui valore specifico è nettamente in secondo piano rispetto al percorso che formano (non a caso a episodi memorabili come “Uomini Senz’Alba”, “Germi Che Splendono” o – soprattutto – la monumentale “Oltre La Siepe” sono corollario momenti più corali e meno centrati).
E’ la prospettiva di questa fotografia d’insieme a far la differenza, sotto la lente di suoni e intenti – si è già detto – che più classici non si può, tra Pearl Jam, Pink Floyd, Mad Season, Lou Reed e CSI, e nel segno di una forza lirica che è semplicemente commovente.
Commovente come quella semplicità che, si diceva in apertura, è ormai così delittuosamente difficile da raccontare e che, appunto, sarebbe stata impresa davvero ardua chiedere a un lavoro in studio di immortalare con troppa fedeltà.
Lungo Strade Senza Volto è né più né meno che un biglietto da visita onesto e ordinato di ottimi autori vintage rock: sarà scoprirli dal vivo, invece, a spiegarvi che gli Ondamedia sono molto, molto di più.
TRACKLIST:
01. Respiro (intro)
02. Simbolo
03. Uomini senz’alba
04. Mentore (parte 1)
05. Come eravamo
06. Un giorno perfetto
07. Germi che splendono
08. Oltre la siepe
09. Mentore (parte 2)
10. Verso di me
11. Capoverso
12. Respiro (epilogo)
Gli Ondamedia sono:
Fabrizio Collacchi – voce
Massimiliano De Castro – chitarre
Alberto Foddai – chitarre
Roberto Tempesta – basso
Alberto Maiozzi – batteria
Francesco Chini
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