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N.A.N.O_ I Racconti dell’amore malvagio

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3737195326-1Qualcuno lo conosce  per la sua partecipazione a Il Dono album tributo ai Diaframma in cui interpreta una folgorante versione di “Una Stagione Nel Cuore”, qualcun altro  perché fu il leader della band C.O.D, ma il trentino Emanuele Lapiana, in arte N.A.N.O ha pubblicato con Fosbury lo scorso giugno il suo secondo lavoro da solista I racconti dell’amore malvagio, che è decisamente la proverbiale perla nell’ostrica.

12 brani che sì parlano come da titolo di amore, ma lo fanno in maniera intimista e di certo non superficiale. Vanno oltre smielate romanticherie e non sono mai ballate nel senso più stretto del termine, piuttosto durante l’ascolto sembra di affacciarsi su una finestra del cuore, quasi un diario segreto, un‘unione di musiche e pensieri che prendono forma, tono, ritmo con riff che entrano in testa, che sono accattivanti senza essere mai banali. Un elettro-pop quello proposto da Lapiana che mette pace anche nei cuori dei più rockettari, che unisce in forma e sostanza una larga fascia di fruitori di musica.
Caratteristica fondamentale dell’album oltre i suoni che già dal primo ascolto sono piacevoli e apprezzabili, sono le guest che con N.A.N.O  raccontano “i racconti dell’amore malvagio”.

Il pezzo che apre l’album, “Y”, cantato con Pacifico è una dolce ninna nanna che narra di gioventù, un pezzo che farebbe invidia anche al buon Lorenzo il Magnifico al quale l’intro del testo è ispirato. La Donna dell’album è Sara Mazo (ex Scisma) che dona a due pezzi di sicuro trasporto “Il Buio” e “Brainstormo” un colore rosa antico che li rende eccezionalmente delicati, ma allo stesso modo forti come uno tsunami emozionale.
Altrettanto intimo e forse il più bello di tutti i pezzi è “Il Nuovo Me” la voce è quella del rosso MaxCollini (Offlaga Disco Pax). Onore al merito a Lapiana per aver scritto un testo di indubbio valore che solo Collini avrebbe potuto rendere immenso. Sembra quasi una ghost-track di “Bachelite”. In soldoni: è un pezzone.

Allegra invece la partecipazione di Federico Fiumani che con “Lo squalozecca” regala un velo new wave al lavoro del N.A.N.O, ma con una spennellata ironica (e di synth) che ammorbidisce torpori e dissapori e con fare gaudente canta “sei lo sponsor ufficiale del peggio di me”.
Molto tenera anche “Cuoricino” che ad un primo ascolto sembra (e probabilmente lo è) leggera rispetto alle altre canzoni, ma dopo un paio di ascolti diventa dannatamente piacevole e ti porta a canticchiare “esco a comprarmi un paio di bretelle mentre l’Italia intera consacra i Baustelle”. Applauso anche per “IO ACCUSO” un grido, uno sfogo, perché ha ragione Lapiana “il 68 c’ha rotto il cazzo… è uno stato mentale di nostalgia”.
“Cohen”, “Close” e “La Città” sono pezzi molto più semplici, che tendono ad essere una sorta di confessione rabbiosa forse non all’altezza degli altri, ma gradevoli.
E.M.I profuma di Diaframma più esattamente di “Fiore non sentirti sola” e non solo per la presenza della parola fiore nel testo. Compassionevole e delicata.
“54G” invece (e purtroppo) non regge il confronto con le altre: ha una tendenza commerciale, poco ricercata sia nei testi che nei suoni, però va bene così, un neo che non fa dimenticare la bellezza dell’insieme.
In buona sostanza è un album che si ascolta con piacere, che alterna momenti di spessore musicale e compositivo a pezzi meno ricercati, ma che ha tutte le carte in regola. La stoffa è buona, Lapiana ci sa fare e sa cosa fare, ha un’ottima ispirazione e sicuramente un buon gusto. In un mondo in cui le band la fanno da padrona, lui da solista si difende benissimo  e ci consegna il miglior album italiano della stagione.

TRACKLIST:
1. Y (feat. Pacifico)
2. Il Buio (feat. Sara Mazo)
3. Cuoricino
4. Cohen
5. Lo Squalozecca (ft. Federico Fiumani)
6. Io Accuso
7. Brainstormo (ft. Sara Mazo)
8. E.M.I.
9. Il Nuovo Me (feat. Max Collini)
10. Close
11. 54G
12. La Città

Ornella Stagno

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