Skip to main content

Kung Fu Panda 2, regia di J. Yuh

Kung_Fu_Panda_2

Kung_Fu_Panda_2Tre anni dopo l’uscita del primo film è arrivato nei cinema italiani Kung Fu Panda 2 (sbancando da subito il botteghino), sequel dell’omonimo Kung Fu Panda, film di animazione della Dreamwork diretto da Jennifer Yuh (da molto tempo collaboratrice della casa di produzione e creatrice della sequenza onirica bidimensionale del primo film), e doppiato da grandi nomi del cinema Hollywoodiano come Jack Black, Dustin Hoffman, Gary Oldman, Angelina Jolie, Jackie Chan, Lucy Liu e Jean-Claude Van Damme.

Po (in origine doppiato da Jack Black, in italiano da Fabio Volo) diventato il nuovo Guerriero Dragone, protettore della Valle della Pace, insieme ai suoi amici Tigre, Gru, Scimmia, Vipera e Mantide (detti anche i Furious Five o Cinque Cicloni nella versione italiana) deve affrontare un nuovo, pericoloso nemico, il pavone Lord Shen, che grazie all’utilizzo della polvere pirica dei fuochi d’artificio ha creato una potentissima arma in grado di distruggere per sempre il kung fu e conquistare, così, l’intera Cina. Inoltre, Lord Shen, porta con se il segreto delle origini di Po, che non farà altro che rendere più difficile l’impresa eroica dei guerrieri.
Il film inizia con un prologo dalla grafica tutta particolare, è infatti bidimensionale rispetto al resto del film ed è disegnata con la volontà di riprendere i giochi di luci e ombre tipici delle marionette cinesi. Si può dire, infatti, che in questo secondo capitolo di Kung Fu Panda si da molta più importanza alla cultura cinese rispetto al primo; per prima cosa la necessità di difendere il kung fu dalle armi di Lord Shen si può interpretare come il bisogno di preservare la tradizione di un popolo di fronte alla “minaccia” della modernità, che rischia continuamente di seppellire tutto ciò che è considerato antiquato, inoltre, la decisione di parlare del passato di Po come unico (forse) discendente di una stirpe di panda (brutalmente sterminata dalle armate di Lord Shen) fa pensare alla situazione attuale dei panda, originari della Cina, ormai in via d’estinzione proprio a causa del mutamento del loro habitat originale.

In questo secondo capitolo del film si nota una maggiore concentrazione sui personaggi: innanzitutto l’antagonista è molto ben strutturato, caratterizzato soprattutto da toni freddi e colori scuri, il personaggio principale, Po, mantiene l’ironia del primo capitolo capeggiando questa nuova era fatta di eroi imperfetti (Shrek ne è un esempio) di cui si caratterizzano i film animati contemporanei.
Inoltre, in alcune sequenze del film si può notare l’accostamento di Po al concetto di Yin e Yang (la scena delle palle di fuoco è la più evidente), che può essere interpretato come l’unione del guerriero perfetto, dotato di forza e nobiltà d’animo (Po riuscirà a sconfiggere Lord Shen solo dopo aver affrontato il suo passato e aver trovato la pace interiore) in un misto di goffaggine e innocenza.
La ricerca da parte di Po delle sue origini (nel primo film veniva quasi il dubbio che un panda potesse davvero nascere da un’oca) è la parte più intima del film, il viaggio che fa nell’attraversare la Cina riflette il percorso interiore che lo porterà ad affrontare e sconfiggere i demoni del suo passato e che lo auterà a combattere la minaccia reale.
La spiegazione a quanto detto prima è palese nella scena in cui Po affronta Lord Shen. Nella sequenza vediamo come viene rafforzato un concetto che riecheggia per tutto il film: bisogna lasciare andare il passato, l’unica cosa che conta è chi si sceglie di essere, Po accetta il proprio passato e sceglie di essere un eroe, Lord Shen offuscato dall’odio e dalla rabbia non riesce a rimarginare le sue profonde cicatrici (i suoi genitori, il re e la regina pavone, spaventati dall’indole distruttiva del figlio decisero di esiliarlo dal regno di Gongmen) ed è destinato alla sconfitta.

È interessante notare come, in questo secondo capitolo, i combattimenti siano stati realizzati in modo impeccabile, un perfetto mix di ironia e arti marziali  (c’è chi sospetta che Jackie Chan, brillante doppiatore della scimmia, ci habbia messo del suo). Inoltre la casa di produzione del film (Dreamworks) ha dato maggiore importanza alle atmosfere e agli effetti grafici rispetto alla prima pellicola (un esempio di grande tecnica è la scena della palla infuocata che diventa goccia d’acqua).
Un aspetto interessante è anche la maggior cura nell’animazione, si possono infatti  vedere tre stili diversi; quando Po ricorda, quando sogna e quando vive la realtà. C’è da dire però che nonostante si sia puntato molto sull’azione, ciò che colpisce maggiormente lo spettatore è l’importanza data ai valori come l’amicizia e il sacrificio dettato dall’amore dei genitori per i figli.
Il finale del film è decisamente la parte più toccante, ricco di sentimentalismo senza sembrare patetico conquista per la sua semplicità: non si può vincere nessuna battaglia se si è risucchiati dall’odio e dal rancore. Inoltre, negli ultimi minuti del film lo spettatore si trova davanti ad una scena estremamente emozionante che preannuncia un futuro terzo capitolo.

Alessia Tondi

Alessia Tondi, cinema, Jennifer Yuh, Kung Fu panda, Kung Fu Panda 2, martelive, martemagazine, Recensioni

Lascia un commento