G. De Pietro, Tre righe di sole
Ogni cosa cade ai nostri piedi nello sfogliare questo primo lavoro poetico di Giampaolo De Pietro, edito dalla Archilibri.
Il sole accecante dell’infanzia, l’amore che stordisce in età adulta, le finestre che riflettono la luce, le foglie che cadono e che trascinano con loro sentimenti ed idee. Nuvole, polvere, la nebbia, il mare, la Luna, un viaggio convulso e confuso dove ogni cosa è necessaria per far uscir fuori la parola successiva, il concetto che la accompagna. Una sorta di confusione ordinata, ma non mesta, piuttosto creativa, assoluta, liberatoria, che crea una sorta di corrispondenza viva con la vita inventando una lingua nuova, ricca di neologismi e una grammatica creata ad hoc.
E’ un linguaggio poetico in tutti i sensi quello che permea le pagine di Tre righe di sole, un linguaggio poetico e poliedrico che viene applicato di volta in volta al racconto di una situazione diversa, di uno stato emotivo diverso, pur portando avanti con evidente convinzione e soddisfazione una coesione strutturale in fieri.
Un’opera complessa che sembra essere nata per caso, ma che in realtà nasconde (e neanche tanto) la complessità della sua gestazione, pur non cedendo mai a vaghe seduzioni intellettuali, ma caldeggiando la struttura in capitoli dai titoli curiosi ed evocativi che lasciano a bocca aperta e danno libero sfogo alla fantasia.
Dice De Pietro nella lirica che apre la raccolta:
“A scrivere s’impara così:
ascoltando su carta alcuni
battiti di alcuni cuori. Cieli”
A leggere anche, aggiungiamo noi. Buona lettura!
Giampaolo De Pietro, Tre righe di sole, Archilibri, pag. 91, € 6
Eva Kent
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