AA. VV., Sensibili guerriere
“Che la forza fisica sia una prerogativa maschile, ovvero, che un corpo maschile sia in grado di sviluppare una forza fisica maggiore di quello femminile, è un concetto profondamente radicato nel senso comune, non solo delle ‘culture occidentali’.
L’osservazione empirica, si afferma, mostra come un corpo femminile sia in genere meno muscoloso, dunque ‘oggettivamente’ più debole nello sferrare attacchi e nel difendersi da un’aggressione da parte di un corpo maschile. Le declinazioni della ‘forza femminile’, dunque, sono state cercate in altre direzioni, considerando la forza fisica come sostanzialmente ‘bruta e maschile’. […] Se di forza femminile si deve parlare nelle tradizioni culturali nostrane […], se si intende ricercare uno specifico che declini al femminile il concetto di per sé complesso e multiforme di ‘forza’, questo deve risiedere in una dimensione non corporea, bensì emotiva e intellettiva”.
Come a dire, diamo loro il contentino, che si sentano appagate nell’essere pazienti, premurose, tolleranti, capaci di sopportazione. E anche intelligenti, ma solo in rari meritevoli casi. Oggi come ieri, purtroppo, poco è cambiato.
Questo l’assunto da cui parte l’agile raccolta di saggi Sensibili guerriere – Sulla forza femminile (Iacobelli, pp. 156, € 14,90). I contributi delle giovani studiose femministe analizzano, ciascuno da un’angolatura differente, il concetto della forza femminile spostandone il fulcro dall’emotività alla fisicità. Perché la donna emotivamente forte è considerata un modello da ammirare, mentre quella che riscopre la dimensione aggressiva anche della propria fisicità è tacciata di devianza? O nel migliore dei casi, di stranezza?
La protezione da parte dell’uomo, di cui le donne sono considerate bisognose, viene sviscerata in quanto costruzione sociale e non dato di fatto, così come la suddivisione dei ruoli in base al sesso. Solo sfiorata, e forse data per scontata, la distinzione tra sesso e genere, che è probabilmente il fulcro di tutti i discorsi che pongono al centro i tentativi di ridefinizione del concetto stesso di femminilità e delle sue molteplici manifestazioni.
Ovviamente non si negherà che i ruoli e i generi sono stati profondamente rimescolati negli ultimi decenni, ma come viene fatto intelligentemente notare in queste pagine tale rimescolamento non è sempre stato un vantaggio per la donna, che ha acquisito una rilevanza più “sessuocentrica” che non personale e umana.
La riscoperta della persona di sesso femminile appare quindi piuttosto lontana, forse ancora più che in passato, e questo libro vuole essere un passo in quella direzione.
Senza dubbio una donna che legga questi saggi sentirà un sapore differente da quello che rimarrebbe a una lettura maschile, ma ciò non toglie che essi possano essere utili anche al cosiddetto “maschio in crisi”, nel tentativo di (ri)stabilire un equilibrio tra i sessi realmente paritario.
AA.VV., Sensibili guerriere – Sulla forza femminile, Iacobelli, pp. 156, € 14,90
Chiara Macchiarulo
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