Hueco_ Canzoni Dall’Armadio Verde
C’è molta musica curiosa e vitale nell’humus di Napoli e dintorni, e questo lo si sa. Ne è prova il fatto che citare l’eclettismo assoluto di nomi arcinoti come il Pino Daniele degli esordi, Almamegretta, Bisca o 99Posse è ormai addirittura quasi banalizzare il discorso, oltre che ricordare una felice e solida alternativa al ristagno neomelodico che contraddistingue l’immaginario cui spesso è relegato il capoluogo partenopeo.
Musica figlia di laboratorio e curiosità dunque, e poco interessata alle classificazioni di genere.
E’ probabilmente questa la chiave di lettura più funzionale per accostarsi a un progetto di altrimenti non facile collocazione, come quello degli Hueco, al secolo Nino Velotti e Vittorio Esposto.
A due anni dall’esordio di Living In A Bathroom- Pensando All’Amore, il duo proveniente da Pompei approda alla seconda prova discografica con le sue Canzoni Dall’Armadio Verde (Tomato-Cni Music-Compagnia Nuove Indye).
Tredici tracce che si muovono tra un tessuto melodico italiano ben riconoscibile e ambizioni d’avanguardia pop: una serie di eccentrici accostamenti tra suoni acustici e sintetici dalle diverse estrazioni, ora citando Battiato ora palesando debiti non di poco conto con il Bowie “berlinese” della fine degli anni Settanta.
Come detto, se non fosse per il contesto musicale di provenienza parleremmo però, nel migliore dei casi, di un progetto difficile da collocare, o di un confuso e alienato guazzabuglio citazionista di suoni e intenzioni nel peggiore.
Una forbice generata da un lato dall’indubbia ed encomiabile curiosità che il duo mette in evidenza, ben rintracciabile nell’ (anche troppo) accentuata eterogeneità dello spettro sonoro. Ma che per contro si deve anche all’assoluta mancanza di unità di fondo di un lavoro che, più che un album, sembra una raccolta quasi casuale di esperimenti ancora da portare a compimento.
Così, mentre i suoni tentano un tortuoso raccordo tra cantautorato, pop sintetico di varie fogge e addirittura dub, le liriche oscillano tra piacevole retorica del misticismo domestico delle piccole cose e pose cervellotico-intellettualistiche a volte riuscite, più spesso ampiamente evitabili, portate avanti da un cantato stentoreo ed esitante, puntellato qua e là dal supporto suadente della voce di Paola Castiello, occasionale ospite.
E’ su queste coordinate che si snoda l’ascolto di tutto il disco, che fino alla fine non riesce a risolvere il punto di domanda che si trascina dall’inizio. E che tra una sperimentazione onesta all’insegna di un citazionismo nobile ma manieristico, e non poche dilettantesche ingenuità, lascia sospeso l’ago della bilancia dell’identità, raccontando un episodio non memorabile.
Gli Hueco sono:
Vittorio Esposto: voce, testi, musiche, sound stylist
Nino Velotti: testi, musiche, cori, bastone della pioggia, whistle, kazoo, chitarra acustica, piano, tastiere, programmazione, arrangiamenti
TRACKLISTS:
Felice…
Tutto è mistero
Non invecchiare mai
Amarmi da sola
Tutto…
Attrazione esatta
Ed è subito estate
Felice e dannato
…Mai
Il danno e l’inganno
La rosa nel pantano
Amarmi…
Il male irrisolto
Francesco Chini
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