Ho visto solo stelle buone
[MUSICA]
ROMA- Un lunedì sera come tanti quello del 4 luglio. Qualche nuvola sparsa che in questo inizio luglio non stona neanche tanto. Villa Ada come cornice, affascinante e misteriosa quanto basta. E Cristina Donà sul palco.
La formazione che avevamo già incontrato all’Auditorium Parco della Musica lo scorso 7 maggio, la ritroviamo intatta e lanciatissima, con una frontwoman come la Donà a capitanare la spinta musicale che passa senza soluzione di continuità dal rock più spinto alle acoustic version dei suoi successi più famosi.
44 anni e non sentirli. La cantautrice milanese non ha niente da invidiare alle nuove leve della musica rock italiana: sa tenere il palco ed il pubblico in pugno. Si scopre non solo fortemente sentimentale, ma anche ironica, divertente, e incanta con quella voce chiara e limpida che sfocia nel graffio scuro del rock’n’roll. E balla, si muove, rende vivace le sue esibizioni, si sfoga nell’impeto dei virtuosismi vocali, invocando la partecipazione del pubblico che non si lascia davvero pregare.
La Donà ha il dono di saper entrare all’interno della creazione musicale, di riempirla di carattere e al contempo di renderla ogni volta diversa, più piena, ricca di quell’eclettismo che la rende unica ed irripetibile, senza mai farla sembrare irraggiungibile. Quel virtuosismo poetico che riaffiora dalle sonorità della band. Ora caldo e pastoso quando è accompagnato con le Gibson 335 che la fanno da padrone sul palco, ora morbido e setoso con le acustiche e i fiati che creano un tappeto di ascolto quasi surreale. Accordi aperti, minori, per cantare la sontuosità della musica. La Donà sorvola con la sua timbrica inconfondibile e stende veli a coprire in armonie. Poi il rif distorto e il basso elettrico che doppia le sequenze per marcare ancor più questa continua dicotomia.
La Luna ride beffarda tra “Un esercito di alberi” e rischiara “L’aridità dell’aria”, come se si fosse già a “Settembre”. La dedica di “Giapponese” è un invocazione ai “Miracoli”, “In un soffio”, mentre davvero “Più forte del fuoco” c’è solo l’amore.
Si spazia dai pezzi dell’ultimo album Torno a casa a piedi, a canzoni più vecchie riarrangiate per l’occasione e, davvero sembra di vedere solo “Stelle buone”. E le stelle diventano due quando sul palco di Villa Ada a sorpresa la Donà invita a salire nientemeno che Samuel, frontman dei Subsonica che canta con lei “Triathlon”, mentre i fan sbalorditi si sperticano mani e gola.
E’ una grande festa quella di Villa Ada, quando Roma Incontra il Mondo, e nel mondo esistono artiste preziose, dalla voce dolce, che illuminano il sentiero della musica come Cristina Donà. Forse più che astro, perla preziosa del panorama artistico italiano, che val la pena coltivare, ascoltare per imparare di nuovo a sognare sulle note morbide e stridenti che escono dalla sua chitarra.
Edyth Cristofaro & Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
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