Dal Crepuscolo alla Notte: i vampiri di Macaluso
Un uomo rinchiuso come una bestia, legato ad una vita priva di luce e ricordi, aggrappato esclusivamente a quella piccola ed intramontabile speranza che definisce la vita.
Al Crepuscolo è un cortometraggio presentato dalla Penombra Film e diretto da Matteo Macaluso, regista già noto per la sua opera Vercinge, vincitrice del concorso MArteLive- Sezione Cinema del 2010. Presentato a Parma e vincitore del premio Ciclope per la Miglior Regia ad Interiora 2011 Festival Indipendente Horror, Al Crepuscolo dimostra di essere un prodotto valido quanto emozionante, particolareggiato attraverso le affascinanti musiche del compositore Piernicola di Muro (“Tutti pazzi per amore”, “L’amore non basta”).
All’interno della sua opera, Macaluso, riesce perfettamente a mostrarci il suo mondo sovrannaturale, oscuro quanto estremo e sebbene non sia sconosciuto come genere al grande pubblico, la storia è totalmente capace di convincere e ad attrarre fino all’ultima immagine. Veniamo accompagnati così all’interno della vita dei nostri protagonisti, alcuni sfuggevoli, altri più marcati, in un universo ricolmo di tragici eventi, passati misteriosi ed un futuro più che incerto. La cosa che più colpisce nel lavoro di Macaluso, è il suo potere di narrare una vicenda attraverso il semplice sguardo dei suoi personaggi, lasciando intendere dolore e necessità di redenzione, paura ed odio, lungo le sequenze ottimamente curate. Quello che alla fine ne deriva è una composizione epica, dove ciò che spicca maggiormente è il mondo di queste creature, che nell’oscurità vivono le loro contraddizioni più grandi: tra vita e morte, prima o poi il Crepuscolo lascerà il suo posto alla notte più profonda.
Ben ritrovato Matteo. Tutti ti ricordiamo per Vercinge, il cortometraggio vincitore al Martelive 2010. Come stanno procedendo le cose in questo nuovo anno?
Ciao, è un piacere tornare sulle pagine di MarteMagazine. Il tempo che è trascorso dalla vittoria di Vercinge al Martelive 2010 è stato rivelatore ma anche altrettanto impegnativo. Appena finite le riprese di Vercinge mi sono buttato in un’altra esperienza iniziando le riprese del nuovo cortometraggio intitolato “Al Crepuscolo”. L’idea era quella di rendere un omaggio al cinema di genere, affrontando un tema che oggi è in voga e riempie le casse degli studios Hollywoodiani. A me pero’ interessava dare un’interpretazione diversa del tema e ricordo che mi ispiro’ molto la visione del film “Lasciami Entrare”, a mio parere bellissimo, che raccontava finalmente in modo originale e rinnovato una figura iconografica del cinema horror. Non stavo girando “Al Crepuscolo” per farlo diventare un blockbuster, ma per lanciare un segnale, ovvero che anche qui in Italia è possibile esplora il genere e riuscire ad emozionare con esso. Perché poi l’importante credo sia questo, aldilà di ciò che si racconta o di ciò che sta dietro ad un testo o ad una inquadratura, ed ai messaggi impliciti ed espliciti , prima ancora di voler dare una morale o voler fare una denuncia, prima di tutto questo, ovvero riuscire ad Emozionare. Ho scoperto poi che qui in Italia per quel che riguarda il panorama dei cortometraggi di genere l’offerta è alta e molte volte anche la qualità. La rivelazione invece che ho avuto, nonostante in fondo lo sapevo già, è che ho scoperto quanto è importante la promozione di un progetto attraverso la stampa, la rete, e i canali di informazione. I primi articoli che sono arrivati dall’estero per “Al Crepuscolo” ci hanno aperto una rete di contatti inimmaginabile, e hanno creato interesse e attesa verso il progetto. Tutto questo ci ha motivato a cercare i fondi per una post-produzione di più alto livello e ci ha aiutato a trovarli.
Proprio con questa nuova scommessa, notiamo le nette differenze che separano “Al Crepuscolo” da “Vercinge”. Cosa ha scaturito questa tua scelta e la preferenza di affrontare una storia più dark/sovrannaturale?
La voglia di fare un film come Al Crepuscolo nasce principalmente dalla mia passione per il cinema fantastico. Non a caso è il tipo di film di cui mi sono nutrito quando ero un ragazzino. Io nasco nel 79 e tutto il cinema internazionale anni 80 e 90 è stata la mia formazione cinematografica. Credo che in quel periodo il cinema sia riuscito ad esplorare i generi come mai prima (ispirandosi a loro volta ai grandi maestri del passato), soprattutto se penso ai film di Spielberg, Lucas, Scott, Cameron ma anche Coppola, De Palma, ecc. I filmoni internazionali che escono oggi nelle sale sono figli di quei capostipiti e la maggior parte delle volte sono delle brutte copie. E’ cambiato il mezzo e di conseguenza il modo di raccontare cinema, e di crearne profitto.
Non mi sento però un fan solo del cinema horror, ma del cinema di finzione, del cinema che è capace di ricostruire una realtà che non deve essere per forza legata al reale e alla cronaca, ma che vive di vita propria dietro allo schermo. Anche per Vercinge valeva lo stesso discorso, nel mio intervento precedente ricordo di aver precisato che tutto voleva essere tranne che una ricostruzione storica, ma piuttosto un racconto epico, uno scontro tra il bene e il male. Da questo punto di vista Vercinge e Al Crepuscolo hanno una base comune. Al Crepuscolo era per me un modo di raccontare un’atmosfera, è questa necessità era più urgente che concentrarsi su una linea narrativa che qui non è definita.
Un film come questo offre grande possibilità di divertirsi con il mezzo, inventando ed esplorando soluzioni diverse. Sapevo che avrei voluto un film cupo che non lasciasse spazio all’ironia(oggi in Italia, nel cinema, ce n’è anche troppa) e doveva essere di genere , fedele ai film a cui mi ispiravo, e l’unica cosa che mi sono permesso di fare è stato contaminarlo dall’impronta di registri diversi.La pellicola infatti oltre all’aspetto dark e mystery riesce anche a passare per il dramma e la malinconia.
Dramma e malinconia. Di fatti il tuo tratto distintivo lo si nota comunque, attraverso i ricordi scaturiti dal protagonista e i momenti, personalmente davvero poetici, di quest’ultimi. Una visione cinematografica piuttosto internazionale. Cosa preferisci essenzialmente del tuo modo di rappresentare queste storie?
In genere nei film che giro ci sono diversi elementi che mi rapiscono e mi portano a fare considerazioni, in questo caso era l’aspetto malinconico della storia che mi ha interessato molto. Ricordo di aver fatto diverse modifiche dalla prima stesura della sceneggiatura per approfondirlo. Sono due i personaggi principali che muovono il racconto e quindi trovare il modo di legarli avrebbe creato il meccanismo del film. Nonostante abbiano motivazioni diverse, l’aspetto malinconico, riguardava uno quanto l’altro e questa cosa ha portato alla costruzione di elementi narrativi come i ricordi e la voce off che spesso intersecano entrambi i caratteri. Lavorando su questo aspetto sapevo che avrei sicuramente alzato il livello di emotività del film. Parallelo a questo pero’ c’era anche l’aspetto dark della storia e penso che ,a cose fatte, quello che mi ha divertito di più e che mi diverte quando racconto le mie storie, sia proprio la ricerca del modo migliore per passare un’ emozione o raccontare una situazione.
Vampiri Splatter, Underworld, Blade o peggio Twilight. Non so tu, ma io ricordo con tanto amore i vampiri di Anne Rice o di Bram Stoker. Il tuo corto a chi si avvicina maggiormente come spunto?
In questo tipo di film, oggi sopratutto, si finisce per dimenticare il lato ‘umano’ di un personaggio o di una storia. Oggi i Vampire Movie sono per la stragrande maggioranza dei film d’azione o film ultraviolenti o nella peggiore delle possibilità delle love-story patinate (in linea generale sono tutto tranne che degli horror), è ovvio che questo fa botteghino ma questo è un altro tipo di ragionamento. Senza le pressioni di un forte impianto produttivo si ha ancora la fortuna di poter raccontare quello che si vuole. A me ha sempre interessato il lato “tragico” di questa figura iconografica, e da questo punto di vista mi sento di preferire opere più vecchie come il” Nosferatu” di Herzog o i più recenti “Dracula di Coppola” e “Intervista col Vampiro”, proprio perché non si dimenticano dell’umanità dei loro personaggi. Non pretendo che questo valga per tutti i film horror o di genere, anzi al contrario ci sono alcuni tipi di film in cui una vera dose di cinismo serve proprio e non è richiesto un approfondimento emotivo del mostro(e molti di questi film mi piacciono davvero). Ma il mostro in un film di vampiri è un altro discorso, è qualcosa che è stato uomo, che è passato da una “trasformazione’” e da un cambiamento, che esiste in una condizione di “diverso”, e questa è una delle parti più interessanti da raccontare a mio parere. Ma è solo una delle parti, e solo una delle possibilità, secondo me non deve per forza essere una regola, sono sicuro che è possibile fare buoni film di vampiri anche senza approfondirne l’umanità ma è importante pero’ attenersi al genere e non sfruttare il mostro per creare degli ibridi. Sarebbe come prendere King Kong e farlo protagonista di un musical. Per questo con Al Crepuscolo ci siamo concentrati a creare un’atmosfera cupa e compatta. E poi non avevamo altre possibilità a livello economico per fare qualcosa di diverso, questa era l’unica linea che potevamo intraprendere con il budget che avevamo a disposizione, che offrisse uno sguardo Italiano e un alternativa alle mode del momento. Non nascondo pero’ che mi piacerebbe provare a girare anche un vero Horror sul tema.
Tornando ai tuoi personaggi, purtroppo sono letteralmente di passaggio, come ovviamente capita in un cortometraggio. Sono leggermente sfiorati e possiamo solo immaginare il loro passato. Avresti avuto il desiderio di approfondire maggiormente qualcuno?
Come dicevo prima l’atmosfera era per me più importante che seguire una linea narrativa definita, non avremmo avuto tempo abbastanza per approfondire tutti i personaggi e secondo me non era nemmeno cosi necessario ad eccezione di un paio di casi. L’universo di Al Crepuscolo è stato lasciato volutamente aperto allo spettatore, che è libero di immaginarsi le connessioni tra i personaggi e tutto ciò che è il loro background. Ovviamente per noi che scrivevamo e facevamo il film ogni personaggio aveva un background più profondo, ma per motivi di durata e narrazione non è stato possibile raccontarlo. Alla fine ci sono due protagonisti nel film che portano avanti il racconto e la loro emotività era prioritaria alla storia. Se avessi avuto più tempo e risorse a disposizione mi sarei concentrato di più sul personaggio della Cartomante, che nel film si evince conosca bene l’universo che le sta attorno, ma non è dato sapere il perché. Rispetto a quello che ho immaginato su di lei potrei addirittura fare un corto spin-off. Un altro personaggio che è un po’ sacrificato è il Tossico, che ha un legame con un’altra figura chiave del film e rappresenta un po’ il servo del male.
Hai parlato all’inizio di pubblicità all’estero, e io ho sentito di un particolare interesse dalla Germania…
Dopo il successo del primo trailer che abbiamo messo in rete, ne abbiamo fatto uno nuovo con i sottotitoli in inglese in modo che potessero capirlo anche all’estero(ovviamente anche il master del film è stato sottotitolato). In poco tempo tutte le testate e i siti internet che avevano parlato del progetto la prima volta hanno scritto nuove entusiastiche recensioni un po’ da tutto il mondo: America, Canada, Spagna, Russia, Olanda, Giappone. Siamo stati contattati da diversi festival e addetti ai lavori interessati al progetto. A questi eventi è seguita un’ anteprima a Parma riservata a chi aveva lavorato il film a qualche amico e alla stampa.
Parlando dell’anteprima a Parma, com’è andata?
La proiezione è stata apprezzata e i primi pareri sul film sono stati positivi, anche se in eventi come quelli si ha solo in parte la percezione sulla qualità effettiva del lavoro, spesso perché gli occhi di chi guarda perdono di obbiettività. I Festival saranno il nostro specchio migliore. Prima della fine dell’anno scorso siamo stati contattati dalla programmer di Tribeca Film Festival che vedendo il nostro trailer, incuriosita, ci chiedeva se potevamo spedire il film al festival per una valutazione al suo inserimento. Purtroppo quando ci scrisse avevamo il film in post-produzione e non siamo riusciti ad inviarlo ma lei ci ha gentilmente invitato a iscriverlo per l’edizione del 2012. Allo stesso modo siamo stati invitati a iscrivere il film al Toronto After Dark e a due Festival Francesi riservati al cinema fantastico. Oltre a quelli stiamo inviando il film ad altre manifestazioni Nazionali e non, insomma stiamo inviando il film a tutto il mondo. La più recente notizia è stata la selezione ad “Interiora 2011” Festival Horror Indipendente che si è svolta a Roma il 2-3-4 Giugno. Le premiazioni sono avvenute il 12 Giugno all’interno del Fanta Festival e Al Crepuscolo ha vinto il premio alla Regia. Di questo sono estremamente contento e di solito quando si partecipa ad un concorso di genere si tende a pensare che il livello di qualità dei film sia più basso rispetto ad un concorso a tema libero. Ma questo non è vero, il livello dei corti vincitori era molto buono, di un paio in particolare davvero alto, quindi vincere la Regia ha aumentato la gratificazione di un lavoro che ho scoperto essere stato apprezzato molto.
Congratulazioni per la vittoria assolutamente meritata e dato che siamo in tema di azioni future, c’è qualche progetto in mente? Magari qualche altro tema Horror.
Prima ancora di entrare nel vivo di Al Crepuscolo c’era in cantiere un progetto horror che si sarebbe dovuto ambientare nella campagna Emiliana, una storia che mescolava atmosfere alla Lovecraft ad atmosfere Polanskiane. Stavamo lavorando alla sceneggiatura. Si trattava di una stesura per fare un salto ulteriore e passare al lungometraggio, dopo di che Al Crepuscolo è entrato un po’ per caso ed ha rubato tempo e spazio a quell’opera. Era lontano da me entrare cosi repentinamente nel cinema di genere, ma per il momento la possibilità più concreta sembra arrivare da li. Ora pero’ che si è creata tutta questa attenzione verso Al Crepuscolo, se il progetto riceverà consensi e capirò che c’è la voglia di conoscere di più di quell’universo, ho pensato di seguire questa ondata di interesse e per non trovarmi impreparato (laddove si aprisse una reale possibilità produttiva, che in ogni caso sarò il primo a cercarmi). Inoltre sto già facendo partire la stesura di due progetti legati tematicamente ad Al Crepsucolo. Il primo è un lungometraggio, e idealmente sarà un mix tra Vercinge e Al Crepuscolo ma con molte sorprese che ora non posso rivelare. E il secondo progetto è il proseguo di Al Crepuscolo: l’idea sarebbe di trasformarlo in una web series, estendendo quindi il mondo e i personaggi che abbiamo creato, aggiungendone di nuovi.
Link:
Trailer internazionale del film http://vimeo.com/23182503
Sito ufficiale del film http://www.alcrepuscolo.org
Alessia Grasso
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