Torino, i libri e tutto
TORINO- “I libri sono prodigi illusori, meraviglie, incanti, artifici che prendono realtà, peso, sostanza, movimento, colore a seconda della luce e dell’ambiente in cui sono esposti. I libri non esistono in sé e per sé. Esistono solo nel momento in cui qualcuno li legge.” (Cesare Garboli)
Mi piace iniziare così questo piccolo diario dei tre giorni trascorsi tra i libri, le parole, gli occhi del Salone Internazionale del Libro, giunto quest’anno alla sua XXIV edizione.
I giorni a Torino sono sempre pieni, densi e soprattutto quasi indefinitamente lunghi, e quest’anno non ha fatto certo eccezione. Anzi. L’atmosfera sempre calda e austera della città è arricchita dalla sfumatura (patriottica?) delle celebrazioni per il centocinquantesimo anno dell’Unità d’Italia, particolarmente sentite nel capoluogo piemontese. Non a caso il tema ispiratore di quest’edizione è stato proprio la Memoria, intesa come solida base per guardare al futuro.
Torino, città olimpica e prima Capitale d’Italia, regala al XXIV Salone Internazionale del Libro l’apertura – agli spazi della fiera – dell’Oval, struttura eretta nel 2006 in occasione delle Olimpiadi invernali. Proprio l’Oval ha ospitato la mostra 1861-2011. L’Italia dei Libri, ideata da Rolando Picchioni e curata da Gian Arturo Ferrari e composta da cinque percorsi di visita: 150 Grandi Libri, 15 SuperLibri, 15 Personaggi, Editori, Fenomeni Editoriali.
Dal 12 al 16 maggio presso il complesso del Lingotto si sono susseguiti centinaia e centinaia di eventi, dalle classiche presentazioni più o meno sonnacchiose a manifestazioni di sicuro respiro culturale, come le lectiones magistrales tra gli altri di Umberto Eco.
Incontri con scrittori (il nuovo premio Pulitzer Paul Harding, Luis Sepúlveda, Antonio Tabucchi) e personaggi di grande richiamo per il pubblico come Alberto Angela, Susanna Tamaro, Margherita Hack, Claudio Santamaria, Giorgio Faletti.
L’edizione appena trascorsa è stata – secondo l’Agi – un’edizione da record dal punto di vista del numero degli espositori, che erano quasi 1500, tra cui 123 debuttanti, sia neonati che piccoli e medi editori in fase di crescita.
Secondo gli organizzatori l’affluenza è stata ancora una volta elevata, con circa 305mila visitatori che hanno passeggiato tra gli stand, le sale convegni, gli spazi incontri, il Bookstock Village, nonostante la chiamata elettorale di domenica 15 e sabato 15 maggio.
Visitando il Salone non posso fare a meno di notare la calca agli stand dei grandi editori e le minori attenzioni riservate ai piccoli e medi: la nuova editoria però ha da qualche anno uno spazio completamente dedicato, il cosiddetto Incubatore. Leggiamo sul sito del Salone: “Cambio di location per la quinta edizione dell’Incubatore, lo spazio del Salone dedicato alle case editrici con meno di 24 mesi di vita e non legate a grandi gruppi editoriali. Per la prima volta, infatti, i nuovi protagonisti del mondo dell’editoria vengono ospitati nei corridoi del Padiglione 3. Un’opportunità di visibilità unica e un importante banco di prova per le 28 nuove realtà che debuttano nell’edizione 2011”.
Tra gli stand è sempre giorno, ma una volta uscita dal Lingotto il buio umido della serata piovosa mi avvolge e torno al b&b con Foster Wallace e Scibona. Quest’anno però, nel mio viaggio tra le pagine non ero sola. Avevo dei compagni d’eccezione, delle guide del luogo: i torinesi Perturbazione. Con loro ho fatto una bella chiacchierata su Torino e il Salone del Libro tra letteratura, ricordi, suggestioni, letture del cuore e riferimenti letterari dei loro testi. Perché “Leggere parole” “è come scrivere canzoni”.
Buona visione…
Chiara Macchiarulo, fiera del libro, Intervista, letteratura, martelive, martemagazine, musica, Perturbazione, Report Live, Salone del Libro di Torino, torino