L’Immigrant Movement International
[ARTI VISIVE]
NEW YORK- L’hanno applaudita al Pompidou di Parigi e alla Biennale di Venezia. Artista contestata, ma di successo, Tania Bruguera vive però in un quartiere povero del Queens, a New York, con cinque immigrati illegali e i loro sei figli, in una casa che ha solo tre camere da letto e un bagno. Non ha assicurazione sanitaria e tutte le sue carte di credito sono state tagliate.
Tania non è caduta in miseria e non sta neanche attraversando momenti di crisi lavorativa. Da circa un anno ha semplicemente deciso di “diventare” povera in nome dell’arte. L’obiettivo è sociale: migliorare l’immagine degli immigrati, portare le loro storie all’attenzione pubblica e aiutarli a risolvere i problemi della vita quotidiana.
“Voglio provare sulla mia pelle le cose di cui parlo, l’ansia che ogni giorno accompagna le persone che ho deciso di raccontare. Voglio viverle e non leggere i loro fatti seduta comodamente sulla poltrona del mio ufficio”, spiega Bruguera, 43 anni, artista di origine cubana.
Un vecchio negozio è diventato la galleria di esposizione del suo gruppo, l’Immigrant Movement International: un’associazione noprofit, la Creative Time, ha finanziato questa idea con 85 mila dollari. In questi spazi, artisti insegnano in modo creativo l’inglese agli immigrati che decidono di aderire. Un avvocato invece offre aiuto legale e raccoglie i consigli di pittori e scultori su come migliorare la condizione degli illegali. Vengono organizzate anche conferenze, letture e workshop dove i ragazzi inventano slogan, come ad esempio “Io oggi sono quello che i tuoi nonni erano ieri”, che poi saranno stampati in magliette, spille e cartelli.
L’idea della Bruguera non è piaciuta a tutti. “Non credo che questo progetto possa aiutare gli immigrati, sicuramente aiuterà lei e le darà molta visibilità”, afferma una ragazza che vive a pochi metri dal quartier generale del gruppo di artisti. Altri invece sostengono che il progetto sia semplicemente naif. Ma l’artista cubana, con le sue trovate spesso estreme, è abituata a dividere il pubblico. Solo per citare l’ultima, in una galleria di Miami, un finto addetto alla sicurezza disturbava i visitatori facendo domande riguardo un complotto per uccidere il presidente Obama. “Niente di quello che ho fatto– spiega la Bruguera- era popolare al momento dell’esposizione. Dopo però tutti trovano sempre le mie idee molto belle”.
Donatella Mulvoni
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