I Forrester si sono trasferiti al nord, ad Asgard!
[STREAP-TEASE:FUMETTI MESSI A NUDO]
Non ho ancora visto l’ultima pellicola ricavata da un adattamento di un fumetto Marvel, ma spero vivamente che Kenneth Branagh sia riuscito a restituire alla figura di Thor e alle guglie dorate di Asgard la sontuosa regalità che meritano!
Per chi è poco avvezzo di mitologia nordica e soprattutto di letture supereroistiche, si sieda e prenda appunti, che la brevissima lezione di storia sta per iniziare: la città di Asgard è la dimora degli Dei scandinavi, divinità guerriere che si esaltano nel valore della forza fisica e della battaglia. Governa con severo monociglio (un occhio l’ha sacrificato per l’onniscenza cosmica, all’epoca Wikipedia non esisteva…) Odino, padre di tutti gli Dei, Dio della guerra, della magia, della sapienza, della poesia e chi più ne ha più ne metta.
Asgard è collegata ad altri nove mondi attraverso Yggdrasill, il fondamentale frassino che rappresenta l’albero della vita (avete presente il quadro di Klimt?), e sorregge con i suoi rami i diversi piani della realtà: tra questi i turisti amano visitare soprattutto Midgard, la Terra, Alfheimr, il mondo degli elfi, Jotunheimr, regno dei Giganti, ed Hel, landa delle anime il cui destino da morte purtroppo non è stato quello di abitare le sale del Valhalla.
Ad animare la vita della città arcobaleno – chiamata così per il ponte arcobaleno Bifrost che la congiunge alla Terra – i cui abitanti divini non farebbero altro che far la guerra ai giganti di ghiaccio e gozzovigliare in infiniti banchetti, ci pensano i due figli di Odino: Thor e Loki, una coppia di fratellastri che negli anni ne ha combinate più di Ridge e Thorn dei Forrester. Il primo, fisico da rugbysta e chioma bionda, è il più potente e nobile dei guerrieri asgardiani, l’altro è la classica vipera in seno (adottata) che in tutte le famiglie reali di qualsiasi discendenza narrativa, sparge zizzania per accaparrarsi l’eredità che non gli spetta. Dopotutto, mingherlino e con i tratti somatici tutt’altro che nordici, il mellifluo Loki non poteva che incarnare il dio della menzogna e degli inganni, mentre il vigore di Thor non poteva che incarnare la potenza e la furia del tuono e delle tempeste, elementi naturali che si piegano al suo volere attraverso il martello Mjolnir, l’arma che ha fatto del personaggio un’icona soprattutto nella cultura hard metal!
Ok, prima che Branagh, Stan Lee e soprattutto qualche studioso di filologia norrena mi fulmini alla maniera di Thor, vi invito a recuperare alcuni dei migliori cicli del personaggio Marvel:
– le origini, frutto della fantasia di Lee e Kirby: grandeur epica capace di legare leggende europee al gusto del fumetto d’azione di stampo americano. Recuperate in fumetteria i Marvel Masterwork con le primissime storie del duo, e i numeri di Marvel Collection dedicati al Tonante.
– Altre storie leggendarie, perennemente citato da fans e critici, è quello realizzato in pieni ‘80s da Walt Simonson: Asgard e i 9 mondi, i numerosissimi personaggi del mito e tutti gli elementi delle saghe nordiche ritornano preponderanti. In più l’autore, anche disegnatore, fornisce un’interpretazione grafica di Thor e soci ormai indelebile. In fumetteria dovreste trovare un paio di volumi che raccolgono parte di questo lungo ciclo.
– Nel 1998 la Panini Comics lancia un nuovo mensile italiano dedicato al Dio del tuono: i primi 12 numeri del mensile, realizzati da Jurgens e Romita Junior, seppero raggiungere vette altissime come quelle dei predecessori. Recuperateli se volete leggere un incredibile scontro con il Distruttore, nemesi che appare anche nel film.
– Per chi è affascinato dalla figura del cattivo, è imperdibile “Loki”, graphic novel di Robert Rodi in cui una giornata all’ombra del fratellastro di Thor, ne rivela le sottili pieghe psicologiche alla base del comportamento del più ambiguo ed infido degli dei. Disegni pittorici sublimi di Esad Ribic.
Diego Ciorra
Diego Ciorra, Fumetti, martelive, martemagazine, Marvel, Rubrca Streap- tease: fumetti messi a nudo, Thor