Diciottanni – Il mondo ai miei piedi, regia di E. Rocchetti
L’attrice e regista Elisabetta Rocchetti ha tenuto fede alla volontà di raccontare una storia amorale e cinica sulla gioventù borghese italiana. Voleva fare un film, raccontare una sua storia con un suo stile e lo ha fatto. Risultato? Diciottanni – Il mondo ai miei piedi, nelle sale dal 29 aprile 2011.
Bisognerebbe dire che il suo esordio alla regia è simile allo stridere di gessetto su una lavagna, ma saremo clementi perché il film è un’opera prima e in più autoprodotta che ha avuto, tra l’altro, grandi difficoltà per accedere al mondo della distribuzione.
È un lungometraggio effetto zoom, tutto primi piani e con qualche errore di ripresa, ma lei lo ha quasi ammesso: non c’è morale nella storia; non c’è niente che funzioni eccetto il volto e la bravura del giovane Marco Rulli, che dopo essere stato protagonista del film Ti stramo diretto da Pino Insegno e Gianluca Sodaro, approda al suo primo ruolo drammatico. Interpreta Ludovico un ragazzo orfano, ma ricchissimo, che si lancia in passioni d’amore travolgenti con tante donne diverse, più grandi di lui, che hanno in comune un prorompente senso di disfatta, una vita triste e noiosa da cui fuggono per rifugiarsi tra le braccia di un diciottenne.
Ludovico finisce con il sedurre la madre del suo miglior amico, Luca, provocando uno strappo perfino nella loro solida amicizia, ma comincerà a cambiare quando nella sua vita arriverà Giulia (Elisabetta Rocchetti) e sarà necessario fare i conti con lo zio (G-Max) cocainomane e scialacquatore della sua eredità.
Diciottenni- Il mondo ai miei piedi sembra un docu-film sulle solitudini di uomini e donne che si rifugiano nel sesso o nella droga. Non c’è un eroe, né un antieroe. C’è solo l’accidia che getta i personaggi tra letti sfatti (senza volgarità) e tra banchi di scuola. Anche il mondo della scuola ne esce sconfitto, con studenti che seducono le prof e non comprendono i problemi di matematica.
Elisabetta Rocchetti ha raccontato che molte scelte registiche sono state condizionate dal budget ridotto. Ha elargito ringraziamenti, nel corso della conferenza stampa romana, a chi ha permesso, in amicizia, di rendere realizzabile il suo sogno di fare un lungometraggio. Ecco spiegato perché il film è ambientato in case lussuose: prestiti di amici!
Ha evitato in tutti i modi di fare un film “alla Moccia” anzi ha dichiarato di aver dato un taglio autobiografico alla storia: “lo sbandamento del protagonista è qualcosa che ho subito anch’io in giovinezza; la storia mi è venuta in mente perché avevo conosciuto un ragazzino che aveva diciott’anni che era molto più maturo di me, era orfano, stava in causa con questo zio che gli aveva derubato un po’ di beni e la cosa che mi aveva colpito era che aveva una personalità definita; poi quando uno scrive le prime cose è meglio se si rifà a personaggi che hanno una personalità ben definita”.
Molto attenta alle esigenze degli attori sul set la Rocchetti ha dichiarato di aver dato loro la possibilità di concordare le battute o di modificare una scena se non la sentivano propria.
Nel cast oltre alla regista e attrice premiata nel 2002 con il Globo d’Oro come Miglior Attrice Esordiente per L’imbalsamatore di Matteo Garrone, anche Marco Rulli, G-Max dei Flaminio Maphia, Nina Torresi, Alessia Barela, Marco Iannitello, Monica Cervini e Rosa Pianeta.
Il film ha già ottenuto quattro premi nell’ambito del XIV Terra di Siena International Film Festival, tra i quali il premio della critica MUSICFEEL e il premio miglior attore protagonista a Marco Rulli.
Elsa Piccione
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