L’immaginario italiano nella pittura inglese dell’800
[ARTI VISIVE]
ROMA- La Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ospita fino al prossimo 12 giugno la mostra Dante Gabriel Rossetti – Edward Burne – Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana, un evento dedicato ad alcuni degli esponenti della confraternita dei Preraffaelliti, una delle correnti artistiche del XIX secolo che traeva ispirazione dalla pittura italiana del ‘400 precedente a Raffaello, nonché ai grandi maestri della pittura inglese dell’800 come il paesaggista William Turner ma anche agli studi di John Ruskin, un esperimento artistico, un gioco simbolico tra Inghilterra e Italia.
L’evento, curato da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone, offre al visitatore la possibilità di ammirare più di 100 opere tra disegni, dipinti, arazzi provenienti da diversi musei internazionali e collezioni private, molte delle quali approdano in Italia per la prima volta.
Chi sono i protagonisti della mostra? Sorta nel 1848, la confraternita dei Preraffaelliti somigliava molto ad una setta esoterica, i cui membri principali erano, oltre ai già citati Dante Gabriele Rossetti e Edward Burne-Jones, anche William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, e John William Waterhouse, artisti molto noti e devoti alla cultura italiana, i quali hanno cercato di rappresentare il fascino artistico dell’Italia nelle loro meraviglie cromatiche dislocate lungo il percorso espositivo, ovvero un labirinto di fantastiche visioni d’altri tempi.
La Divina Commedia, la letteratura italiana così come la pittura del Medioevo sono al centro dei lavori degli artisti coinvolti in questa mostra, che mette in evidenza la passione dell’Inghilterra vittoriana nei confronti del nostro paese, una sorta di devozione artistica che ha avuto inizio grazie al periodo romantico quando, mossi da curiosità estetica, i pittori inglesi compivano viaggi in Italia, assaporando quel gusto di inquietudine tipicamente italiano condito con una certa dose di situazioni decadenti divenuti in seguito fonti di ispirazione.
Tra i tanti capolavori che si possono ammirare nelle sale allestite per la mostra spiccano le opere realizzate da Dante Gabriele Rossetti, il massimo esponente della corrente preraffaellita, il quale attraverso dei dipinti e disegni realizzati anche servendosi di gessi, sfrutta le diversità cromatiche che compongono l’immagine dando allo spettatore un senso di profondità e intensità pittorica che oltrepassa la semplice estasi procurata dalla visione: la Venere Verticordia è un esempio di come il colore e l’armonia delle forme ci proiettano in uno spazio mentale cullato dalla passione e sorretto dal simbolismo che si nasconde dietro ogni ritratto firmato dall’artista.
Oltre ai preraffaelliti vi è una sezione dedicata ai paesaggi stucchevoli di William Turner, le cui sfumature ricalcano scenografie a noi note, spazi aperti di un paese che porta i segni di un passato dall’inconfondibile grandezza e splendore raccontati attraverso l’arte della pittura.
E poi, a conferma di quanto l’arte italiana abbia influito sulle scelte della pittura inglese dell’800, i curatori della mostra hanno ritagliato uno spazio per alcuni capolavori dei grandi maestri della pittura italiana del ‘400 come Giotto, Botticelli, Sebastiano del Piombo o Tintoretto e artisti dell’ultimo decennio del XIX secolo come Giulio Aristide Sartorio, Gaetano Previati e Nino Costa giusto per citarne alcuni, le cui opere rappresentano uno spunto visivo per lo spettatore che cerca di cogliere le assonanze tra gli italiani e la pittura inglese che in questa sede si mescolano.
Eva Di Tullio
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