Come lo sai, regia di J. Brooks
CINEMA- Il pesante ronfare della spettatrice alla nostra sinistra, e il dolce sonno di quella alla nostra destra, sono emblematici per raccontare un film che non appassiona e neanche diverte troppo.
In Come lo sai, il connubio tra la regia di James Brooks e il talento di Jack Nicholson questa volta non tocca gli altissimi vertici esplorati in Voglia di Tenerezza e nell’inimitabile Qualcosa è cambiato, valsi tutti e due l’oscar al fenomenale attore newyorkese trapiantato a Los Angeles.
E la colpa non è certo dell’attore, o degli altri protagonisti come Owen Wilson, Reese Whiterspoon e Paul Rudd. Anzi, se c’è un elemento piacevole in tutta la pellicola è proprio la prova offerta dagli attori. La storia, sceneggiata dallo stesso Brooks, è quella classica del triangolo amoroso, con lui, lei e l’altro che prova ad insinuarsi. La parte del terzo incomodo è qui affidata ad un ottimo Paul Rudd, che prova a conquistare una ex atleta appena scartata dalla nazionale (Reese Witherspoon), fidanzata con un campione affermato di baseball (un bravissimo Owen Wilson), abituato a cambiare donne con elevata frequenza ed assolutamente anaffettivo, che cerca di dimostrare i suoi sentimenti per la ragazza, ma finisce irrimediabilmente col pensare sempre a se stesso anche nel relazionarsi a lei. Il tutto è contornato dal talento di Jack Nicholson, impegnato nella parte di un padre irresponsabile che con le sue azioni mette in seri guai giudiziari il figlio, Paul Rudd, dimostrando ancora una volta le sue camaleontiche capacità interpretative, che lo portano a spaziare senza problemi dalla commedia leggera fino al dramma impegnato.
Così, a far acqua, è proprio la storia. Dettaglio non da poco per un film, se pensiamo che lo stesso si basa proprio sulla trama che offre. L’impressione che se ne ricava è che gli argomenti siano narrati in modo piuttosto superficiale, al punto da lasciare senza conclusione una delle trame secondarie, come la vicenda giudiziaria di Rudd. Oltretutto, per essere una commedia leggera, anche i momenti di risata sono piuttosto limitati all’interno delle due ore di proiezione e l’ultima parte del film pare veramente “tirata” via per portare a termine l’opera.
Insomma, è quasi inutile affermare che, visti i precedenti, ci aspettavamo molto di più da questo Come lo sai.
Alan Di Forte
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