Natale alla Maison: ogni riferimento…
[TEATRO]
ROMA- In un paese assolutamente immaginario il Primo Ministro, il Capo dell’Esercito e un Cardinale candidato al seggio di Pietro passano la sera della Vigilia di Natale nel bordello più esclusivo della Capitale, prima di celebrare la sacra festa ai loro rispettivi e rispettabili posti.
Non è il cappello per un pezzo di cronaca, ma l’incipit dello spettacolo teatrale Natale alla Maison, commedia scritta e diretta da Simone Fraschetti, con: Andrea Cannucciari, Maria Rita Cardella, Alessia D’Anna, Aurora Deiana, Carlo Di Clemente, Irene Fiasconaro e Simone Fraschetti, andato in scena al Teatro Duse lo scorso 30 Dicembre.
Degno di nota è che la rappresentazione è stata tradotta dal vivo nella lingua dei segni dall’eccellente Michela Ortolani, confermando un impegno che si sta felicemente diffondendo nei teatri, quello di dare l’opportunità di fruire degli spettacoli anche agli spettatori non udenti.
Dunque, è il 24 di Dicembre e i tre illustri personaggi si apprestano a salutare le quattro intrattenitrici: Penelope, impeccabile maitresse; Susanna la donnina cuoio e frusta; Rosa, ingenua e generosa ragazza dal sud e Chantal, novella e impacciata. Penelope mostra la strana e inspiegabile voglia di trattenere ancora i suoi ospiti per tutta la notte, condividendo uno strano messaggio con le altre ragazze: “Il vino deve restare in cantina” firmato Ulisse…
A turno i tre uomini si svelano parlando di sé e mostrando il lato reale della loro immagine pubblica apparentemente impeccabile, falsa. Il Primo Ministro si è buttato in politica per difendere i suoi affari e l’interesse collettivo proprio non lambisce nemmeno i suoi calzini; il Generale ammette di aver intrapreso la carriera marziale per volere paterno quando avrebbe preferito altro, ad esempio un bel rossetto; e il Cardinale esalta le sue doti pastorali inestricabilmente legate al suo innocente vizietto sadomaso, in fondo, che male fa?
La provvidenziale esondazione del fiume capitolino costringe l’allegra compagnia a restare unita per tutta la notte, nonostante le chiamate alla Protezione Civile per un discretissimo salvataggio in elicottero, visto che intrattenersi con quattro peripatetiche seppur d’alto bordo pare non faccia bene all’immagine dell’uomo pubblico (quanto è fallace il pensiero umano!). Intanto la radio diffonde la radiocronaca dell’elezione papale, sempre in bilico tra il nostro candidato e il temutissimo Cardinale nero. Voci inquietanti però si aggiungono alle scene comiche: una folla sempre più numerosa si riversa nelle piazze chiedendo la destituzione del Capo del Governo. Il primissimo cittadino ingoia amaro pur continuando a credere che ce la farà, come sempre, a cadere in piedi, inguaribile ottimista e grande intrallazzatore.
Ma il finale riserva un destino diverso dalla favola quotidiana: i ribelli prendono il potere, dichiarano decaduto l’infimo e buffo presidentello e il giorno di Natale vede la nascita di una nuova Repubblica Democratica.
Nella scena finale si svelano gli ambigui comportamenti di Penelope: la donna, insieme alle due amiche e alla giornalista Chantal sotto mentite spoglie, hanno aiutato i ribelli trattenendo i tre poteri dello Stato lontano dal timone di comando. Poco importa poi se il Cardinale è diventato Papa, alla faccia del Papa Nero. E così tre escort e una giornalista salvarono le sorti di un paese allo sbando.
È teatro, il mondo dell’immaginario dove tutto sembra possibile. La realtà, invece, è altra cosa…
Francesca Paolini
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