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Cartografia di una crisi

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[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]

viaggiImmagini come documenti di verità, scatti che parlano più delle parole, di un mondo alla deriva: tutto questo è Look & Loop. Diciannove fotografi di varie nazionalità per due anni hanno immortalato mutamenti in giro per il mondo. Rivoluzioni instabili, spesso transitorie, che piano e sottovoce si sono fatte largo nel biennio postumo al crack finanziario più grave del secolo, qui in terra nostra come altrove.

Quelle in esposizione alle Officine Fotografiche di Roma, fino al 21 febbraio, sono immagini tratte dalla rivista LoopMagazine, bimestrale di “culture, linguaggi e conflitti dentro l’apocalisse”, nata nel 2008, quando il mondo entrava a piene mani nella crisi finanziaria che ha sconvolto l’andamento socio-economico a livello planetario.
In questa situazione di precaria instabilità i fotoreporter di Loop testimoniano in prima persona i cambiamenti che sono avvenuti in ogni parte del globo, mettendosi in prima linea per riportare agli occhi di tutti storie dagli angoli più remoti: Scampia e i suoi rifiuti, i clochard sotto la metro di New York, la liberazione di Aung San Suu Ki e la guerra in Iraq. La mostra organizzata dalla rivista Loop con il contributo della Provincia di Roma, ha come scopo quello di “far trasparire la natura nascosta degli interessi e dei conflitti, o far affiorare storie di eroi ignorati”, dice Stefano Simoncini, photoeditor.
A colpire è l’intensità che ognuno di questi pannelli emana, scaturendo nello spettatore (catturato più che dall’estetica degli scatti, dal significato e dalla storia che narra) sempre una domanda. Ce n’è per tutti i gusti, essendo catapultati in realtà tanto diverse e distanti, eppure fatte di ognuno di noi: sulle sponde del fiume Paranà in Paraguay come a Hospet, in India.
Tra i partecipanti più illustri troviamo il Premio Pulitzer Rick Loomis e il giovane napoletano vincitore del Word Press Photo 2010, Pietro Masturzo, arrestato dopo aver documentato la protesta delle donne sui tetti di Teheran, qui presente con scatti inediti. Una mostra, definita dagli stessi curatori come “viaggio dentro l’apocalisse”, ma anche una descrizione delle “potenzialità linguistiche ed espressive” della fotografia, come strumento ideale per raccontare una “difficile e opaca” contemporaneità.
Da vedere.

Laura Fioravanti
(Foto di Laura Fioravanti)

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