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Zibba & Almalibre_Una cura per il freddo

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zibba-cover-una-cura-per-il-freddoCD MUSICA- Una  discesa sulla terra degli uomini e ritorno. Un po’ purgatorio, un po’ paradiso per atei, il mondo musicale di Zibba &Almalibre si dipana davanti agli occhi e diventa Una cura per il freddo: un cappello, un bicchiere di vino, una donna sotto le coperte, l’abbraccio di un amico.

Il nuovo disco di queste “anime libere” in circolazione dal 1998, e di Zibba, cantautore ligure sui palchi dall’età di 14 anni, è pubblicato con la neonata label VOLUME!Records, edito da Universal e Cramps ed è pronto a prendere un volo condito da mille sfumature melodiche.
Di se stesso dice, Zibba: “Dovessimo elencare le influenze della nostra musica ci vorrebbe un anno, ma poi ne verrebbero fuori ancora altre. La famiglia Almalibre è fatta di musicisti con esperienze musicali varie, e questo si rispecchia nella nostra musica. Quando nelle interviste mi chiedono a cosa mi ispiro per scrivere rispondo che tutta la musica che ascolto mi trasmette delle emozioni ovviamente, e che quando qualcosa mi rapisce in modo particolare tendo a far mie le atmosfere di quella cosa per poi creare una mia versione di quell’emozione. Senza sentire il bisogno di appartenere ad un genere musicale definito. Mi lascio trasportare e poi si vede”.
Niente di più vero. Ad ascoltare le 15 tracce del disco, c’è da perdere la testa nel tentativo di trovare un percorso, un filo di Arianna che indichi la direzione di una notte profonda che scivola nel giorno di domani.
Ce n’è davvero per tutti i gusti. C’è il Paolo Conte della voce calda, profonda e fumosa, condito dalla melodia che esce da un pianoforte a coda. Ma c’è anche il Vinicio Capossela notturno e poeta d’amore profano (“Una parte di te”). La dissacrante ironia della musica ska (“Mahlamore”) sporcata dal suono del violino, e la denuncia un po’ politica un po’ sociale del reggae d’altrove o del rap d’annata. Un soul sporco e uno swing leggero (“Tutto è casa mia”) che scivola nel funk, con quel retrogusto un po’ indie rock e un po’ country (“La saga di Antonio”). E quel suono di violino che, ancora, ti trasporta altrove, in un mondo un po’ tzigano, un po’ coperto di neve della steppa. Mentre le carte si mescolano ancora e ogni accostamento si sfascia inesorabilmente, così da condurre a nuove strade, nuove interpretazioni, nuovi accoppiamenti.

La verità è che Zibba è se stesso in ogni momento e i suoi Almalibre sono davvero anime libere: suonano quello che gli pare. E lo fanno bene. Hanno tanto da dire e lo fanno nel modo che gli viene più congeniale: con la musica. E non solo per i testi ricchi, densi, che animano le canzoni, ma anche per le melodie, che già da sole sono veicolo di emozioni e pensieri che arrivano dritti al cuore di chi ascolta, e lo scaldano assolvendo spontaneamente alla prima importante necessità espressa dal progetto: donarci una cura per il freddo.
Che senso ha, allora, seguire una tracklist, quando in un disco come questo anche una scelta del tutto casuale è ricca e sempre azzeccata? Quando qualcosa ti fa vibrare l’anima così tanto, in battere, in levare, in quattro quarti o giù di lì, elettricamente, cosa vuoi che sia essere un cantautore senza etichetta, ma con tante commistioni e tanti incontri da annoverare nel curriculum virtuale? “Amo collaborare e lasciare che gli incontri musicali che si fanno nella vita regolino l’andamento delle cose. Perché la musica per me è fatta anche di questo. Di persone che scelgono di fare un pezzo di strada insieme. Per questo nei nostri dischi oltre a noi suonano un sacco di amici e persone che incontriamo nel cammino”.
Al disco hanno preso infatti, parte molti ospiti tra i quali: Antonio “Rigo” Righetti, Pippo Matino, Francesco Forni, Paolo Bonfanti, Bill Abel, Raphael, Matteo Minchillo, Marco Ferrando, Manouche, Stefano Civetta, Matteo Giacosa, Alberto Ghigliotto, La Banda Cardinal Caliero di Varazze, Soft, Jobba, Mr.Puma, Mgz, tutti insieme per riassumere quattro anni (“Quattro notti”) di storie, viaggi, amori, esperienze, insomma di vita.
Una menzione speciale? Quella di parlare d’amore senza scivolare nei soliti clichè e di scoprire che “aMMami” è qualcosa che vale di più. Di raccontare di santi e di reietti, di dolori, di gioie e di sapori nascosti senza perdere mai d’occhio il vento che “Soffia leggero” fuori dalle finestre aperte e quel “Rock e n Roll” dalle atmosfere cangianti in cui tutto prende improvvisamente corpo.
Vale la pena affrontare il viaggio, alla fine potreste non essere più gli stessi…”Bon voyage”!

Zibba & Almalibre sono:
Zibba– voce, chitarra
Andrea “the Bale” Balestrieri– batteria e voce
Fabio BialeNeolin, Violino, Mandolino, Vibrafono, Cucchiai, Voce
Lucas Bellotti– basso
Daniele “Drago” Franchi– chitarre e voce

TRACKLIST:
1. Mahlamore
2. Ordine e gioia
3. Una parola, illumina
4. La saga di Antonio
5. AMMami
6. Dauntaun
7. Bon voyage
8. Scalinata Donegaro
9. L’odore dei treni
10. Soffia leggero
11. Rock e n roll
12. Tutto è casa mia/Soffia leggero
13. Una parte di te

14. Quattro notti
15. Dove vanno a riposare le api

Edyth Cristofaro

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