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Giada Prandi: parola alle donne

Vincitrice assoluta della Sezione Teatro del MArteLive 2010, Giada Prandi è una continua scoperta.
Diplomata nel 1999 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, è attiva in ambito teatrale dal 1998, ma non ha disdegnato di provare il cinema e anche la televisione.

Eclettica, accattivante, espressiva, la Prandi non lascia scampo a cattive interpretazioni di sé. L’abbiamo incontrata alla fine della sua pièce presentata al Teatro Vascello, Scritto apposta per Loca_teatro2_SAPMme (testo di Aldo Nicolaj, con la regia di Massimo Di Michele) che agli inizi del nuovo anno verrà riproposto al Teatro Due Roma (dal 7 /01/2011 al 9/01/2011) e chissà come ci siamo ritrovate a parlare delle “sue” donne…

Ciao Giada, iniziamo parlando di te…chi è Giada Prandi? 
Un vulcano di energia, una persona solare, una donna curiosa ed un’attenta osservatrice del genere umano e del mondo che la circonda. Una persona piena di vita, passionale a volte incontenibile, che cerca di non prendersi troppo sul serio (ma che non sempre ci riesce), che  tenta di esorcizzare le proprie fragilità e le proprie nevrosi attraverso i personaggi che interpreta.

Scritto apposta per me, la pièce che presenterai di nuovo al Teatro Due Roma dal 7/01/11 al 09/01/11 è un monologo intenso, pieno di ansie e nevrosi che la protagonista presenta al pubblico in una sorta di soliloquio interiore, lasciando ampio spazio anche ad una comicità amara…perché hai scelto questo pezzo?
E’ un testo che affronta una tematica terribilmente attuale in questo momento storico, ovvero il tema della  precarietà esistenziale che scaturisce dalle difficoltà e dalle paure di una generazione che non riesce ad immaginare il proprio futuro.
L’autore si serve della figura dell’attore, (un essere precario in ogni suo aspetto), per descrivere in modo pungente ed ironico gli effetti collaterali di una vita vissuta perennemente in bilico, alla continua ricerca di un’affermazione professionale e sociale che possa dare un briciolo di certezze su cui poter costruire qualcosa di concreto.
La protagonista Giulia Sottana Corta è una giovane attrice, madre di due figli che, in attesa del provino decisivo, assiste allo sgretolarsi progressivo del mondo che la circonda. Un mondo popolato da registi infidi, produttori senza scrupoli e attricette raccomandate. L’ossessiva ricerca di quella parte perfetta, “Scritta apposta per lei”  diventa metafora della ricerca di una propria identità.
Ho potuto quindi prendere spunto da realtà e situazioni che conosco bene,  per raccontare con una vena tragicomica una condizione e un disagio comune a una larga fetta di umanità.

giada_7La tua particolare espressività caratterizza i personaggi che interpreti, che di fondo hanno però delle similitudini tra loro. Che percorso sta seguendo il tuo lavoro?
Cerco di dar vita a  personaggi assurdi e paradossali, attraverso cui raccontare in modo dissacrante e surreale le paure, le ansie, le nevrosi e le insicurezze di un universo femminile sempre sull’orlo del collasso. Per fare ciò, osservo attentamente me stessa e le mie “simili”, parto da fragilità comuni a molte donne, mi nutro di quella vita reale che il più delle volte supera ogni fantasia. Questo permette allo spettatore di trovare qualcosa di se di cui poter sorridere.

Le “tue” figure femminili (e parliamo sia della protagonista dell’estratto presentato al MArteLive, Patologica, confessioni di una mente farraginosa, che di Giulia Sottana Corta, protagonista di Scritto apposta per me) sono emancipate eppure tremendamente umane: donne, madri, lavoratrici. Cosa nascondono queste figure femminili, cosa cercano di comunicare al mondo, qual è la loro evoluzione psicologica?
Il disperato bisogno di essere ascoltate, capite ed accettate per quello che sono, poiché la loro apparente follia è come una corazza che nasconde una bella fragilità, una disarmante umanità, che le rende uniche e vere.

Il lavoro di attore prevede uno studio approfondito del personaggio, alla ricerca di una immedesimazione che possa creare nello spettatore una sorta di transfert partecipativo o ludico, ma al di là di questo cosa c’è di Giada nelle sue protagoniste?
Proprio per creare quel meccanismo di transfert a cui accennavi, cerco sempre di mettere una buona dose di Giada Prandi nei miei personaggi. Per questi ruoli in genere parto da quelli che sono i tratti comuni fra me ed il personaggio cercando di fonderli in una sola entità.
In generale provo a metterci quei lati più buffi e bizzarri della mia personalità, le cose che fanno sorridere me e chi mi conosce. Ci sono poi le mie manie e le mie “pippe mentali”…

Un curriculum di tutto rispetto il tuo: ti sei cimentata con la televisione, con il cinema, giada_8ma il tuo grande amore sembra rimanere il teatro…
Si, grande amore ma anche necessità! Per un certo periodo della mia vita, ho avuto la possibilità di fare cinema e parecchia televisione, ma per vari motivi questo è divenuto sempre più difficile.
I provini non si fanno quasi più e le produzioni sembrano voler puntare  su volti e nomi già noti. Nel teatro i budget sono sempre più risicati e la qualità media è decisamente bassa, insomma non proprio un periodo d’oro. Il modo migliore per reagire a tutto questo è puntare su se stessi ed investire nei propri progetti, cercando di interagire e collaborare con persone di talento con cui poter costruire un percorso artistico di qualità. E’ da ormai quattro anni che con la mia associazione culturale Aut-Out ci dedichiamo  alla produzione, promozione ed organizzazione di festival, spettacoli, corsi di formazione e laboratori teatrali.

Le donne del nuovo millennio dove stanno andando, secondo te? E tu in quanto donna e attrice? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Le donne del nuovo millennio…  ce n’è per tutti i gusti, mettiamola così! Penso che ad oggi la donna abbia raggiunto tanti traguardi importanti, ma che ci sia ancora molto da fare e che non bisogna abbassare la guardia. Ultimamente nel nostro paese, ci sono stati episodi molto tristi di mercificazione e di denigrazione della figura femminile e questo ci deve far riflettere e reagire.
Io in quanto donna, spero di poter costruire qualcosa di bello con la persona che amo, di non perdere mai l’entusiasmo nei confronti della vita, di poter vivere in un paese in cui un giorno potrò fare il mio lavoro  di attrice con serenità e in condizioni dignitose.
017_copiaI miei progetti per il futuro essenzialmente riguardano il portare in giro per l’Italia i miei spettacoli e di cominciare a lavorare su un nuovo spettacolo per la prossima stagione.

E il tuo sogno nel cassetto?
Sembrerà poco, ma mi basterebbe poter vivere del mio lavoro di attrice. Poi se nel cassetto ci sta pure un film con Woody Allen mettiamocelo dentro…del resto il cassetto è fatto per i sogni no?!

Giada ti ringraziamo della tua disponibilità, ti auguriamo un felice Natale e ti facciamo un in bocca al lupo enorme per il tuo spettacolo.

Edyth Cristofaro

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