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Di Ambra in Ambra, a Garbatella il nuovo Teatro

ROMA- Dalle “ceneri” dello Jovinelli nasce a Roma, nel bellissimo quartiere di Garbatella, un nuovo Teatro: Ambra alla Garbatella è il suo nome, e promette di portare una ventata di novità nel panorama cultural-teatrale capitolino. E, di questi tempi, mica è poco…

In principio era l’Ambra Jovinelli, una volta chiamato unicamente Teatro Jovinelli, sito in quella che era Piazza Guglielmo Pepe nel quartiere Esquilino, la cui chiusura delle attività nel 2009 è coincisa proprio con i 100 anni dalla sua inaugurazione (mese più, mese meno). Ironia della sorte. Dal 2001 la direzione artistica era affidata alla televisivissima, ma non solo, Serena Dandini, con una direzione artistica per la prima volta estranea alla famiglia Jovinelli.
Il suo gruppo storico, quello del nuovo millennio, ricomincia oggi dalla Garbatella, in piazza Giovanni Da Triora: nuova location in una nuova struttura che accoglie sino a 228 posti. Sito più piccolo (lo Jovinelli ha una capienza di 800 posti) ed esteticamente meno attraente, ma sicuramente più caloroso (mentre nel frattempo le Officine Teatrali hanno conquistato la direzione artistica del vecchio Ambra).
Il nastro dell’inaugurazione è stato tagliato nei primi giorni dicembrini e, sin da subito, ha mostrato una forte caratterizzazione nell’offerta teatrale.

Dall’ 8 al 12 dicembre è arrivata in teatro Alice nella città, dopo il successo del Festival Luzzati e del RomaFilmFest: la nuova Ambra ha aperto stabilmente la sua programmazione con una bella rassegna di spettacoli visionari e immaginifici, prodotta grazie al contribuito della Provincia di Roma, tutta dedicata ai ragazzi under 18 ma, fortunatamente, senza esclusioni anagrafiche.

Dal 13 al 18 dicembre, invece, una settimana di festa e di interessanti serate con ospiti provenienti dalla grande musica, dalla tv e dal teatro nazionale. Ho avuto modo di assistere a tre serate dell’intensa sei giorni benaugurante: nella prima Fiorella Mannoia nell’insolita (e sorprendente, complimenti!) veste di attrice comica con un bel monologo sui peccati di gola degli italiani, la bella e brava Irene Ferri, direttamente da Tutti pazzi per Amore, una Sabrina Impacciatore in veste drammatica prima, comica poi, ed una perfetta padrona di casa Serena Dandini. Una serata inaugurale all’insegna del “girl power”, data la defezione last moment di Corrado Guzzanti (dettosi influenzato), sostituito dal poker di donne avvicendatosi con interpretazioni veloci e decisamente simpatiche sul cinema visto da Johnny Palomba. E poi 5 guest stars, le quali hanno portato il saluto e la voce dei 7 precari manifestanti sul tetto della Regione Lazio.

Nella seconda serata, quella del 14 Dicembre, si sono alternati sul palco il bravissimo Neri Marcorè e, a sorpresa, Simone Cristicchi. Il primo, a mio parere, merita tutto lo spazio che ha conquistato negli anni all’interno dei contesti social-televisivi-culturali per la sua innata/preparata capacità di intrattenere musicalmente, teatralmente e televisivamente. Il secondo si cimenta in un bel monologo in dialetto romano sulla campagna bellica in Russia. E poi, insieme, scanzonate chitarrate, stornelli e parodie di canzoni, dal cantautoriale al tormentante, in un interessante gioco di battute e passaggi di microfono.  Il 16 Dicembre una serata che ricorda ancora la trasmissione di Rai Tre: protagonisti della prima parte Serena Dandini ed un fantastico Dario Vergassola, in teatro ancora più libero e meno sottoposto a tagli ed autocensure. Nella seconda parte dello show Max Paiella, per me una piacevolissima scoperta per un artista coinvolgente ed entusiasmante, e la sempre brava Francesca Reggiani.
E poi, negli altri giorni, Marco Marzocca, Nicola Piovani, Curzio Maltese e Sabina Guzzanti.

In conclusione, quello del nuovo Ambra sembra un ottimo inizio, a metà tra familiarità, semplicità, (contro)informazione ed impegno culturale. Per una volta, in Teatro, ho allargato il nodo alla cravatta, perché l’atmosfera venutasi a creare in sala è riuscita a coinvolgere pubblico e “teatranti” avvicinando tutti e abbattendo il rigido muro tra le due parti. Come in una serata tra amici. Unico neo, un prezzo d’ingresso non proprio adatto a serate particolari come quelle d’apertura (ma parliamo comunque soltanto di 22 euro + 3 di prevendita, mentre nel programma si leggono già tanti eventi speciali a prezzi davvero modici).
Auguriamo infine al neo Ambra di non avere bisogno più di serate inaugurali, ed auspico una serie di successi e standing ovation, con sale da sold out e file interminabili al botteghino, cosicché non abbiano mai bisogno di reinventarsi e di rinascere dalle ceneri di qualcosa.
E concludo con un invito a tutti i lettori: sosteniamo un teatro che “campa” da solo, senza soldi pubblici, costruendo il proprio futuro con idee pensate e ragionate, influenzate da  fresche correnti di pensiero che vogliano sfuggire al controllo censoreo e alle prevenzioni socialmente inutili da regime.
Cara Araba Fenice dal colore d’Ambra, in bocca al lupo!

Francesco Salvatore Cagnazzo

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