BLACK: Metropolitan Noir Festival I
[LETTERATURA]
ROMA- “Una lurida officina, in una lurido angolo di una lurida città”. La tentazione di concedersi piccole licenze letterarie è forte dopo una serata intrisa di noir. In realtà più che licenza è solo una parafrasi della presentazione (http://www.youtube.com/watch?v=uy5tCEWysnY) che ha preceduto questo festival a tinte scure.
È il 18 dicembre, siamo alla giornata conclusiva del BLACK Metropolitan Noir Festival. Si è concluso da poco il momento “incontro con lo scrittore”, con Andrea Camilleri. Si è esplorato il laboratorio mentale in cui nasce la sua scrittura giallistica e i suoi modelli letterari, e hanno discusso con lui e sui suoi testi Giovanni Greco e Alessandra Mortelliti.
BLACK MNF si sviluppa essenzialmente attorno al noir metropolitano, intreccia incontri con scrittori, reading, spettacoli di teatro, concerti, rivisitazioni di film, coniugando assieme linguaggi e codici artistici differenti: letterari, musicali, teatrali, filmici, visuali.
Nonostante il successo che dimostra avere il noir, con la sua immediatezza nel restituire il contemporaneo e la sua capacità di coinvolgere persone diversissime, non c’è un grande afflusso di persone. Sarà l’ambientazione defilata, noir di certo, per i miei gusti troppo illuminata e dispersiva, delle Officine Marconi. Sarà la partita Roma-Milan in corso, sarà il freddo post-neve caduta il giorno prima. Ma non mancano di certo persone pronte a godersi le storie, le ispirazioni e le considerazioni crude, graffianti e quanto mai rarefatte di Paolo Roversi. Ci racconta la costruzione del suo ultimo lavoro PesceMangiaCane (Ed. Ambiente, collana Verdenero), del suo legame indissolubile con il Po, della versatilità della metropoli nella potenza espressiva e centrale che ha nel noir. Senza tralasciare vizi e pecche degli stereotipi nei gialli della vita reale del nostro Paese.
Dopo la letteratura si può dare spazio alla musica. Dal palco partono le immagini realizzate dal Riot Generation Video, il progetto visuale dei Margine Operativo: un live remix di film noir scorre alla spalle dei Cor Veleno. In uno scambio di carica ed energia tra i fedelissimi sotto al palco e il gruppo romano, l’atmosfera si scalda. E mentre fuori le Officine Marconi il gelo la fa da padrone, dentro anche gli intellettuali che non ti aspetti vanno sotto al palco ad improvvisare movenze hip hop. Oppure quello più timido prova a darsi un tono, da lontano, muovendo un piede. Scorrono i pezzi di Buona Pace, l’ultimo album del gruppo, da “Sto Cor Veleno”, “Falso” e “L’odore del mare” fino alle vecchie “Trastevere”, “Le guardie, i pompieri e l’ambulanza”, “P.I.M.P.”, la versione romanizzata del pezzo di 50 Cent (di cui hanno aperto i concerti italiani nel 2005), solo per dirne alcune… Scorrono, dietro, immagini di sangue, violenza e mistero, tra la difficoltà di staccare i Cor Veleno dai microfoni.
La serata che ha avuto più successo però è stata la prima, il 16 dicembre, in cui c’era la possibilità di incontrare Wu Ming 1 dal cui libro New Thing è stato tratto uno spettacolo teatrale – Omicidi, jazz e black power – presentato per la prima volta, nella stessa serata, a cura dei Margine Operativo. Avevano concluso la serata le miscelazioni jazz e psichedeliche degli Underdog. La seconda serata invece, il 17 dicembre, la meno partecipata da parte del pubblico, era presenziata dello scrittore Sandrone Dazieri con la discussione sul suo libro La bellezza è un malinteso, alla cui lettura si era prestata la voce di Roberto Latini. La conclusione visivo- sperimentale era lasciata ai Mokadelic.
Si dice che il finale di un noir sia poco consolatorio, ma spesso non esiste un finale. L’importante è che il lettore sia lasciato a riflettere. Il Black Metropolitan Noir Festival non ha fatto particolarmente rumore, ma senza dubbio farà riflettere, quanto meno su come pubblicizzare meglio la seconda edizione.
Emiliana Pistillo
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