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Sula Ventrebianco_ Cosa?!

copertina

copertinaCD MUSICA- Stamattina con la pioggia novembrina tipica della capitale e gli occhi ancora semichiusi per via del traumatico risveglio del lunedì ho infilato nello stereo COSA?! il neo progetto dei Sula Ventrebianco e sono partita nella giungla urbana alla conquista del Grande Raccordo Anulare.

Con il suono ruvido e i forti richiami al metal nelle orecchie ho ascoltato la prima canzone un po’ distaccata, un po’ stordita, come se fosse un’introduzione a qualcosa e in effetti, visto che si intitola come l’album, potrebbe essere così, dalla seconda traccia in poi le cose mi sembrano più definite e comincio ad addentrarmi nel mondo Sula perdendo la cognizione del tempo. Sì, perchè questo disco è un viaggio che passa attraverso un universo fatto di sonorità che a sentirle registrate potrebbero sembrare frutto di chissà quale invenzione della produzione, ma che in realtà, avendo la controprova di vari live del gruppo, sono le stesse che ci sono sul palco e non so dire con esattezza se sia merito di una ricerca musicale o di un’atmosfera energetica che si crea tra gli strumenti, i testi e la voce.

Le liriche sono un altro punto focale della personalità dei Sula, a volte ermetici, a volte difficili da afferrare, l’ascoltatore è aiutato e indirizzato sulla strada interpretativa più giusta dai titoli, spesso contenenti la chiave di ogni pezzo, e dalla voce e l’intenzione del cantante che scava prepotentemente, a tratti con forza, a tratti con espedienti di metrica, con l’utilizzo del dialetto napoletano o con un modo di cantare riconoscibile e originale che arriva dritto lì dove vuole arrivare.
Il groove della batteria spietata e del basso elegante per quanto cattivello crea l’ambiente dinamico e profondo sul quale si muovono scattanti e ferini i riff delle chitarre distorte, che sbandano tra il metal e l’hard rock internazionale rivelando una visione d’insieme molto più ampia di quanto l’utilizzo della lingua italiana e del dialetto potrebbero far pensare. Questa musica va molto al di là dei confini peninsulari, e non solo quelli italiani, ma quelli europei, valicando prima oltre Manica e poi oltre Oceano per approdare a lidi lontani e non solo scontati come potrebbero essere quelli a stelle a strisce, ma innovativi come si rivelano le più recenti scoperte australiane.

Le atmosfere scure, sottolineate dal contenuto dei pezzi, penso per esempio a “Mephisto” o a “Il cimitero degli elefanti”, si caricano di emozione grazie all’utilizzo sapiente e mai stucchevole del violino elettrico, l’unica presenza femminile, sia musicalmente che letteralmente, nel gruppo, ma si tratta di un aspetto femminile tosto e carico di sensazioni profonde, di certo non rosa shocking, ma più viola scuro, sacrale, importante, sia nel creare l’atmosfera sia nell’inserirsi nei punti giusti senza invadere un territorio che si muove compatto e determinato, ingoiando e inglobando questo strumento apparentemente fuori contesto completamente, ma senza sovrastarlo.
Ogni cosa sembra avere il suo giusto spazio, la sua dimensione ed è per questo che dall’inizio alla fine di COSA?! , si avverte la sensazione di un microcosmo dotato di leggi e vita propria, sul quale è offerta una finestra dalla quale guardare. Magari il prossimo ci darà anche una porta per entrare.

TRACKLIST
1- Cosa?!

2- Vis. roboris

3- Gli spari delle parole

4- L’ultimo lento

5- Ti vesto di me

6- Si salvi chi può

7- Mephisto

8- Fix

9- Il cimitero degli elefanti

10- Contorni e muri

11- Occhi nei cuori


Mikaela Dema

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