Matteo Basilé: ThisHumanity
[ARTI VISIVE]
MILANO- Fino al 29 gennaio 2011 la Galleria Pack (Foro Bonaparte, 60) di Milano ospiterà l’ultima mostra di Matteo Basilé, dal titolo Thishumanity. Inaugurata lo scorso 23 novembre, l’esposizione contiene gli ultimi lavori dell’artista romano, già celebre per il suo personalissimo uso della fotografia digitale che diventa nei suoi scatti una vera e innovativa forma di pittura.
Questo risulta particolarmente vero per la serie di fotografie esposte nella galleria milanese, in quanto lo spunto per la loro realizzazione proviene proprio dalla pittura, ovvero dalla Battaglia di San Romano del tardo gotico fiorentino Paolo Uccello (1397-1475). In essa il pittore utilizza alcuni accorgimenti prospettici che riescono a sovrapporre e rimandare differenti punti di vista all’interno della stessa immagine, in modo da renderla nell’insieme surrealmente reale, statica al punto da svelare quasi l’artificio che vorrebbe renderla tale: lo stesso avviene nelle tre grandi cornici che costituiscono il momento centrale della mostra, concepita come una sorta di narrazione.
Dopo un Incipit – un tondo che rievoca le pitture rinascimentali –, la scena della grande – in tutti i sensi – Battaglia, rapisce l’attenzione dell’occhio nella penombra dello spazio espositivo. Ma stavolta non di tratta di una guerra tra uomini. A lottare, ora, sono le donne, che combattono altre donne perpetrando il doppio crimine della vita che uccide se stessa: chi se non la donna è la datrice di vita per eccellenza? La donna che uccide la donna è quindi il crimine all’ennesima potenza. I volti distorti dal terrore e dalla rabbia del combattimento emergono ciascuno con la sua forza espressiva, mantenendo allo stesso tempo la potenza dell’insieme: tutte e nessuna sono protagoniste di questa battaglia e la cornice centrale, in cui si stringono alcune immagini in una sorte di piramide umana difensiva, è più simbolica che effettiva.
A completare l’opera una serie di ritratti. Immagini i cui volti, corpi, capelli protagonisti di quella battaglia, si congelano in quell’attimo sospeso e fluttuante. Quell’attimo in cui la singola si stacca dalla folla per raccontare l’universalità della sua storia individuale e la sua universale solitudine, che è ciò che la unisce e la separa dalle sue nemiche.
Chiara Macchiarulo
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